Lo shock anafilattico rappresentato da una rapida sequenza di eventi conseguenti al contatto di anticorpi Ig E con un allergene, che insorge improvvisamente e che rappresenta una minaccia per la vita del paziente.
Lo shock anafilattico (o anafilassi) rappresenta la più grave tra le reazioni allergiche che, se non affrontata tempestivamente, può anche essere letale. Può insorgere in modo improvviso in seguito all’assunzione di un farmaco, di piccole quantità di un alimento a cui si è allergici oppure dopo punture di insetti. Il sistema immunitario riconosce una sostanza estranea, normalmente innocua (allergene), come se fosse un agente aggressivo da cui difendersi, scatenando una violenta reazione da ipersensibilità.
I sintomi dello shock anafilattico
I sintomi più frequenti, presenti in più del 90% dei casi, sono sintomi cutanei e delle mucose, seguiti da sintomi che coinvolgono il sistema respiratorio e cardiovascolare (in più del 50% dei casi). Meno comunemente possono comparire sintomi gastroenterici, come nausea, vomito, diarrea, crampi addominali. Il quadro sintomatologico associato allo shock anafilattico, complesso e multiforme, passa generalmente attraverso una serie di manifestazioni di gravità crescente:
Pallore intenso;
Nausea;
Vomito;
Orticariageneralizzata (prurito che inizia di solito a mani e piedi);
Sudorazioneprofusa con cute fredda;
Vertigini;
Senso generalizzato di grave malessere;
Angoscia;
Difficoltà respiratoria;
Tosse stizzosa;
Costrizione alla gola.
Le cause dello shock anafilattico
Sono svariate le sostanze che possono provocare in un soggetto allergico uno shock anafilattico: alimenti, farmaci, punture d’insetto o lattice. Tra i fattori che scatenano l’allergia con maggior frequenza ricordiamo:
farmaci, ad esempio la penicillina,
alimenti, ad esempio le arachidi, le noci, il pesce, i crostacei, il latte e le uova,
punture di api, vespe, calabroni e formiche rosse.
Tra le cause meno frequenti dello shock anafilattico ricordiamo:
lattice,
farmaci miorilassanti, usati nell’anestesia generale,
esercizio fisico.
Fattori di rischio
I fattori di rischio possibili per lo shock anafilattico non sono molti, tra di essi ricordiamo:
Precedenti di anafilassi. Se in passato già avete sofferto di anafilassi, aumenta il rischio di soffrirne una seconda volta. Le reazioni potrebbero essere più gravi dell’episodio precedente.
Allergie o asma. Chi soffre di uno di questi disturbi è più a rischio di soffrire di anafilassi.
Precedenti familiari. Se un membro della vostra famiglia in passato ha sofferto di anafilassi indotta dall’esercizio fisico, il rischio di soffrire di questo tipo di anafilassi è maggiore rispetto a chi non ha parenti che ne hanno sofferto.
Cosa fare in caso di shock anafilattico
L’adrenalina è l’unico farmaco in grado di far regredire lo shock anafilattico e salvare la vita della persona. Per questo motivo, data la rapida insorgenza della reazione anafilattica e la sua estrema gravità, è importante che chi è consapevole di avere allergie gravi porti sempre con sé questo farmaco. L’adrenalina viene venduta in forma auto-iniettabile: una “penna” con a un’estremità un cappuccio di sicurezza e dall’altro una punta in cui è presente un ago che premuto contro la coscia, inietta istantaneamente una singola dose controllata di farmaco.
A seguito della somministrazione di adrenalina la persona deve essere portata in Pronto Soccorso, dove verrà tenuto sotto controllo fino al completo ristabilimento.
Qualora la persona non avesse con sé l’adrenalina bisogna chiamare immediatamente il 118. In attesa dell’intervento medico si possono somministrare cortisone, antistaminici o broncodilatatori, ma l’assunzione di adrenalina resta fondamentale per la remissione della reazione anafilattica. In caso la persona soggetta a shock anafilattico vada in arresto cardiocircolatorio, oltre a chiamare i soccorsi, bisogna iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare, che verrà continuata dal personale sanitario una volta giunto sul posto.
Diagnosi
Il medico vi farà diverse domande sulle allergie o sulle eventuali reazioni allergiche di cui avete sofferto in passato. L’anamnesi probabilmente comprenderà domande relative a questi temi:
se la reazione allergica sembra connessa all’assunzione di determinati alimenti,
se i sintomi sembrano connessi a particolari farmaci assunti,
se i sintomi dell’allergia sono iniziati dopo l’esposizione al lattice,
se i sintomi sembrano causati dalle punture di un particolare tipo di insetto.
Per cercare di confermare la diagnosi:
probabilmente dovrete sottoporvi ad esami per le allergie, che possono consistere in test cutanei od esami del sangue,
con ogni probabilità vi sarà richiesto di tenere un elenco completo di ciò che mangiate oppure di cercare di non mangiare determinati alimenti per un certo periodo.
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