Vaccini in gravidanza: garantiscono la salute della mamma e del suo bambino


Vaccini in gravidanza: garantiscono la salute della mamma e del suo bambino

I vaccini controindicati in gravidanza sono quelli che contengono virus vivi attenuati. In particolare si tratta del vaccino MPR, contro morbillo, parotite e rosolia, e quello contro la varicella.

La vaccinazione della donna in gravidanza è una strategia molto importante per ridurre i rischi di infezione nel neonato e garantiscono la salute della mamma e del suo bambino. A tal proposito, di grande rilievo sono la vaccinazione anti-influenzale (durante il secondo o il terzo trimestre di gravidanza) e la vaccinazione contro difterite-tetano-pertosse (nelle ultime settimane di gravidanza). L'influenza stagionale, infatti, aumenta il rischio di ospedalizzazione, prematurità e basso peso del nascituro e interruzione di gravidanza. È consigliata dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale la vaccinazione contro difterite, tetano, pertosse perché la pertosse contratta nei primi mesi di vita del nascituro può essere molto grave o persino mortale. Vaccinare la madre nelle ultime settimane di gravidanza consente il trasferimento passivo di anticorpi in grado di immunizzare il neonato fino allo sviluppo di una protezione attiva da vaccinazione del bambino.

Nel mondo oltre 100.000 aborti e decessi di neonati potrebbero essere evitati grazie ad un vaccino contro un’infezione spesso frequente nelle donne in gravidanza: lo streptococco di gruppo B, un batterio di cui sono portatrici oltre 20 milioni di future mamme nel mondo. È quanto emerso in occasione del Congresso ESCMID che ha visto riuniti a Bilbao oltre 200 esperti di immunologia e infettivologia provenienti da tutto il mondo.

Parto prematuro e asfissia alla nascita sono spesso associati allo Streptococco di gruppo B, mentre i neonati nati da madri con questa infezione possono andare incontro a sepsi, polmonite, meningite. Inoltre, se contratta durante la gravidanza, l’infezione da Streptococco di gruppo B può causare infezioni del sangue (sepsi inclusa), delle vie urinarie e, nei casi più gravi, decesso del feto. Sebbene la profilassi antibiotica intrapartum abbia dimostrato di essere significativamente efficace, questa misura non può essere considerata la migliore soluzione per prevenire l'infezione da Streptococco B infantile. La profilassi riduce l'incidenza della malattia ad esordio precoce, ma ha un impatto scarso o nullo sulla malattia ad esordio tardivo. Questa situazione spiega il tentativo di sviluppare e utilizzare i vaccini contro lo Streptococco B nelle donne in gravidanza, attualmente in corso.

Vaccino in gravidanza: i dati

Negli Stati Uniti, i vaccini contro l'influenza e la pertosse sono stati raccomandati a tutte le donne in gravidanza rispettivamente dal 2004 e 2012. Tuttavia, durante la stagione influenzale 2017-2018, solo il 49,1% delle donne in gravidanza ha ricevuto il vaccino influenzale prima dell’inizio della stagione influenzale (ottobre-dicembre). Nello stesso periodo, la copertura contro la pertosse tra le donne in gravidanza è stata solo leggermente superiore (54,4%). Infine, la vaccinazione completa (ovvero la ricezione di entrambi i vaccini) è stata limitata al solo 32,8% dei casi.

Nel Regno Unito, dove il vaccino contro la pertosse è stato offerto alle donne in gravidanza a partire dal 2012, la copertura nel periodo da aprile a giugno 2018 è stata solo parzialmente soddisfacente, con una media del 68,2%.

In Europa, sebbene il 90% dei Paesi abbia ricevuto raccomandazioni sui vaccini contro l'influenza per le donne in gravidanza, in generale la copertura contro l'influenza è stata bassa nel 2014-2015, con la metà dei Paesi che ha dichiarato una copertura inferiore al 10% ad eccezione di Inghilterra e Galles che hanno riportato una copertura vaccinale di circa 50%.

Vaccino Covid

Oggi, rispetto all'inizio della pandemia abbiamo sufficienti informazioni sulla vaccinazione nelle donne in gravidanza e allattamento, in particolare per i vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna.
Pertanto, sia i Center fora Disease Control statunitensi che l'Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno rivisto e ampliato le indicazioni sulla vaccinazione contro COVID-19 in gravidanza e allattamento, in considerazione delle crescenti prove che il vaccino è sicuro in gravidanza sia per il feto sia per la madre, ma anche delle nuove dimostrazioni che un numero sempre maggiore di Covid-19 è causato dalle varianti Delta e ancor più dalla Omicron, che circola sempre di più in Italia.

Vaccino contro l’influenza

L’influenza contratta in gravidanza può comportare complicazioni respiratorie con conseguente ricovero in ospedale e, nei casi più gravi, può provocare il decesso delle donne gravide, specialmente durante il secondo e terzo trimestre della gravidanza e il primo mese dopo il parto.

Il vaccino può essere somministrato in qualsiasi trimestre di gravidanza e permette di proteggere i neonati e i lattanti nei primi 6 mesi di vita. Diversi studi hanno dimostrato che gli anticorpi contro l’emoagglutinina dell'influenza possono essere trovati nei neonati nati da madri a cui è stato somministrato un vaccino influenzale, suggerendo un efficace trasferimento transplacentare di anticorpi specifici. Numerosi studi hanno evidenziato che i neonati e i lattanti al di sotto dei 6 mesi sono la categoria più a rischio di gravi complicanze respiratorie e neurologiche e la vaccinazione materna è l’unica modalità di prevenzione.

Vaccino contro la pertosse

La pertosse, prima dell’età di 6 mesi del neonato, si può manifestare con difficoltà respiratorie talvolta gravi che possono provocare un arresto respiratorio: ancora oggi, nel mondo, 1 neonato su 1.000 muore di pertosseTra i vaccini in gravidanza che sono fortemente consigliati dai ginecologi e dagli infettivologi, c’è quello contro la pertosse. Serve a dare una protezione al neonato fino a quando non riceverà la sua dose di vaccino, cioè a due mesi di vita. Questo avviene perché gli anticorpi attraversano la placenta arrivando al feto. 

Le gestanti effettuano il vaccino antipertosse in gravidanza in un’unica somministrazione insieme a quello per tetano e difterite (vaccino dtpa). Non esiste infatti una dose singola contro la sola pertosse. Il periodo ideale per il richiamo è quello compreso tra la 27esima e la 36esima settimana di gravidanza. Secondo il ministero della Salute questa vaccinazione “è da effettuare ad ogni gravidanza, anche se la donna sia già stata vaccinata o sia in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse”. Infatti, se contratta dal neonato nei primi mesi di vita, questa patologia può essere molto grave o persino mortale e, secondo gli studi sul tema, la fonte di infezione è frequentemente la madre. Stando alle evidenze scientifiche, inoltre, i bimbi nati da madri vaccinate hanno molte meno probabilità di ammalarsi di pertosse nei primi mesi.

Vaccino contro il Virus Respiratorio Sinciziale

Al centro del meeting internazionale anche il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), causa di gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore nei bambini più piccoli e associato allo sviluppo dell’asma bronchiale in età scolare. Al momento non sono disponibili farmaci antivirali efficaci contro il VRS. Poiché i neonati prematuri e i neonati con patologie cardiache o polmonari croniche gravi sottostanti sono ad alto rischio di infezione da VRS, generalmente viene somministrato loro un anticorpo monoclonale per prevenire problemi correlati al VRS. Tuttavia, questa misura preventiva si rivela efficace solo nel 50% dei casi.

Purtroppo, poiché la maggior parte dei casi di grave infezione da VRS si verifica nei primi tre mesi di vita, è improbabile che l'immunizzazione infantile possa fornire un'adeguata opportunità di intervento. Pertanto, l'immunizzazione materna è stata considerata l’unica soluzione per la prevenzione della malattia da VRS nei neonati e nei lattanti di età inferiore ai 6 mesi.

Quali vaccini in gravidanza non si possono fare

I vaccini controindicati in gravidanza sono quelli che contengono virus vivi attenuati. In particolare si tratta del vaccino MPR, contro morbillo, parotite e rosolia, e quello contro la varicella. È sconsigliata anche la vaccinazione antiHPV, il papilloma virus umano.

 

Immagine Paziente dottore

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