Consumo di sale e rischio cardiovascolare.


Consumo di sale e rischio cardiovascolare.

Molti studi confermano che l'elevato consumo di sale è associato ad aumento della pressione. L'OMS per non mettere a rischio il cuore e le arterie, raccomanda di consumare al massimo 5 grammi di sale al giorno, l'equivalente di un cucchiaio da caffè.

E' oramai accertato che sono molti gli effetti dannosi dell’abuso di sale così come lo è la dimostrazione del beneficio che si riceve da una riduzione del consumo al di sotto del valore raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), cioè meno di 5 grammi al giorno che includono sia il sale contenuto nei prodotti acquistati al supermercato, sia quello aggiunto per cucinare e poi ancora a tavola. 
Abbassare il consumo di sale serve a prevenire le malattie di cuore e non solo. Basti pensare all’effetto benefico sulla pressione arteriosa per chi è già iperteso e alla forte riduzione del rischio di diventare iperteso in futuro per chi oggi non lo è: tutto ciò è ampiamente dimostrato e innegabile. Il discorso, dunque, riguarda innanzitutto la prevenzione e, pertanto, le persone ancora sane. 

Sappiamo che le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità nei paesi industrializzati, ed è importante conoscere quali sono i fattori coinvolti nella genesi di tali malattie. In questo ambito esistono alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità di eventi e comprendono tutte quelle condizioni che aumentano la probabilità di ammalarsi di una malattia di cuore e vasi.

L’incapacità dei reni umani di espellere completamente l’eccesso di sodio è uno dei principali meccanismi che associano consumo di sale e pressione sanguigna. Uno dei fattori dietetici che influenza maggiormente la pressione sanguigna e le patologie ad essa correlate è l’assunzione di sale con la dieta, e quindi del sodio in esso contenuto.
Il controllo della dieta può avere effetti importanti in questo ambito risultando uno dei fattori modificabili sui quali è più semplice intervenire.

Esistono diverse fonti di sodio nell’alimentazione:

  • alimenti (acqua, frutta, verdura, carne, cereali, ecc.)

  • sale aggiunto nella cucina casalinga o a tavola

  • prodotti trasformati (artigianali e industriali) e prodotti della ristorazione

Questi ultimi risultano fra i cibi a maggiore contenuto di sodio sia per motivi tecnologici che commerciali. 
Il maggiore consumo di sodio deriva quindi dai prodotti trasformati e dai derivati dei cereali, che se pur non contenendone in assoluto la quantità maggiore, risultano essere consumati in porzioni più elevate (pane, crakers, grissini, merendine, cornetti e cereali da prima colazione, ecc).
L’acqua impatta in maniera inferiore essendo i consumi di questa limitati rispetto al cibo. Nella maggior parte delle acque minerali il contenuto di sodio è inferiore a 0,05 g / L, il che significa che per arrivare a 2 g di sodio bisognerebbe berne più di 40 litri al giorno!                                  Con 2 litri di acqua, ogni giorno si introducono in media da 0,02 a 0,1 g di sodio, cioè solo dall’1 al 5% della quantità giornaliera massima consigliata. Questo fa si che l’acqua abbia minore rilevanza rispetto al cibo sul rischio di aumentare la pressione arteriosa.

CONSIGLI PER RIDURNE IL CONSUMO

Non è difficile ridurre l’apporto giornaliero di sale, soprattutto se la riduzione avviene lentamente, facendo sì che il nostro palato si adatti in modo graduale. L'obiettivo che si è posta l’Organizzazione Mondiale della Sanità è di ridurre del 30% l’introito di sale entro il 2025, per questo motivo bisogna attuare alcune strategie:

  1. usare erbe, spezie, aglio e agrumi al posto del sale per aggiungere sapore al nostro cibo

  2. scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola, mangiare più frutta e verdura fresca

  3. controllare le etichette* prima di acquistare per aiutarci a scegliere prodotti alimentari meno salati: il valore di riferimento dovrebbe essere inferiore a 1-1,2 grammi di sale ogni 100 grammi. Prestare attenzione alla quantità di sodio presente nei succhi di frutta, bevande gassate e integratori di sali minerali.

  4. usare gradualmente meno sale nelle nostre ricette preferite: le papille gustative gradualmente si adatteranno. Togliere dalla tavola sale e salse salate in modo che anche i più giovani della famiglia non si abituino ad aggiungere il sale.

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Immagine Paziente dottore

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