I sintomi dell'infarto e i segnali per riconoscerlo


I sintomi dell'infarto e i segnali per riconoscerlo

L’infarto del miocardio ha diversi e numerosi segnali d’allerta, il primo fra tutti è il dolore al torace, che si manifesta con la sensazione di una morsa che opprime il petto.

Riconoscere i sintomi di un infarto e reagire correttamente contribuisce a migliorare le possibilità di sopravvivenza e a ridurre i danni permanenti.

Tra le malattie cardiovascolari, la malattia coronarica è una delle cause più comuni di morte e ricoveri in ospedale, diventa fondamentale il tempo di intervento. Le probabilità di sopravvivenza sono tanto maggiori e i danni permanenti al cuore tanto minori quanto più rapidamente inizia la terapia medica d’emergenza.  

Infarto del miocardio: cos'é?

L'infarto è l’interruzione del flusso sanguigno diretto al cuore a causa della necrosi di una parte del muscolo cardiaco. Spesso è causato da un coagulo del sangue (trombo) che va a ostruire il flusso ematico e comporta quindi il mancato apporto di ossigeno e sostanze nutritive dirette al cuore.

Le malattie cardiovascolari sono tra le principale causa di morte in Italia, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine).

Ogni anno nel nostro Paese circa 120 mila persone sono colpite da infarto. Di queste, circa 25 mila muoiono prima di arrivare in ospedale. Ma fra i 95 mila che arrivano in un centro di cura la mortalità è solo del 10,95%. Gli uomini sono colpiti con maggiore frequenza rispetto alle donne in età più giovane, mentre le donne sono colpite più frequentemente in età avanzata e la malattia si manifesta in modo più severo.

La maggior parte degli infarti colpiscono il ventricolo sinistro del cuore e si distinguono in due tipologie:

  • infarto miocardico trasmurale, in questo caso la necrosi interessa tutto lo spessore della parete del ventricolo;

  • infarto subendocardico, questa forma interessa, invece, gli strati più interni della parete ventricolare. 

Sintomi: dolore al petto e non solo

I segnali dell'infarto possono presentarsi in maniera improvvisa oppure comparire in maniera più blanda nelle ore o nei giorni precedenti all'effettivo esordio. Tra i sintomi più frequenti e più conosciuti abbiamo:

  • fastidio al torace (dolore o pressione);

  • dolore al braccio;

  • fiato corto e mancanza di respiro;

  • dolore percepito alla bocca dello stomaco;

  • vertigini e stordimento;

  • nausea e vomito;

  • aumento della sudorazione;

  • sensazione di svenimento.

Questi segnali sono però da considerarsi sintomi indicativi che però sono soggettivi. Non tutte le persone hanno i medesimi sintomi o li avvertono con la stessa intensità. Proprio per questo motivo è importante avere un approccio critico che prenda in considerazione l'insieme e non il singolo sintomo.

Quali sono i fattori di rischio?

Le malattie cardiovascolari riconoscono un’eziologia multifattoriale, cioè più fattori di rischio (età, sesso, pressione arteriosa, abitudine al fumo di sigaretta, diabete, colesterolemia) contribuiscono contemporaneamente al loro sviluppo. I fattori di rischio sono caratteristiche che aumentano la probabilità di insorgenza della malattia. I fattori di rischio sono stati identificati ed è stata dimostrata la reversibilità del rischio, pertanto la malattia cardiovascolare è oggi prevenibile. È possibile dunque evitare di ammalarsi di infarto e di ictus.

I fattori di rischio cardiovascolare si dividono in modificabili (attraverso cambiamenti dello stile di vita o mediante assunzione di farmaci) e non modificabili.

fattori di rischio non modificabili sono:

  • età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età;
  • sesso: gli uomini sono più a rischio delle donne. Nella donna il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa;
  • familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).

fattori di rischio modificabili sono:

Fumo. La nicotina accelera il battito cardiaco. Il monossido di carbonio diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi.

Pressione arteriosa. Una pressione arteriosa elevata costringe il cuore a un superlavoro e accelera la formazione di aterosclerosi nelle pareti delle arterie.

Colesterolemia totale. Il colesterolo, una sostanza normalmente presente nell’organismo, può trovarsi in quantità eccessive nel sangue. Maggiore è la sua quantità, più alto è il rischio che si depositi nelle pareti delle arterie.

HDL-colesterolemia. Le HDL sono lipoproteine che trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato dove viene eliminato; minore è la loro quantità, maggiore è il rischio cardiovascolare.

Diabete. Il diabete, se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare.

Il rischio che ogni persona ha di sviluppare la malattia cardiovascolare dipende dall’entità dei fattori di rischio; il rischio è continuo e aumenta con l’avanzare dell’età, pertanto non esiste un livello a cui il rischio è nullo. Tuttavia è possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo a livello favorevole abbassando il livello dei fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano.

Prevenzione

Alcuni dei fattori di rischio sopra citati sono modificabili e la loro modifica è alla base della prevenzione dell'infarto del miocardio. Ecco alcuni consigli da seguire:

  • non fumare, smettere di fumare e non esporsi al fumo passivo;

  • seguire un'alimentazione sana, varia ed equilibrata;

  • evitare o comunque limitare il consumo di alcol;

  • praticare regolarmente attività fisica;

  • mantenere un peso corporeo nella norma;

  • tenere sotto controllo alcuni valori ematici, quali colesterolemia, trigliceridemia e glicemia;

  • controllare regolarmente la pressione arteriosa.

 

Per saperne di più contatta uno dei nostri specialisti in Cardiologia.

Immagine Paziente dottore

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