Cosa fare in caso di puntura di Medusa?


Cosa fare in caso di puntura di Medusa?

La puntura di medusa provoca un dolore immediato; entro pochi minuti le sostanze urticanti provocano una reazione infiammatoria acuta caratterizzata da rossore, gonfiore, vescicole, con forte dolore e prurito.

Nell'ultimo decennio nei mari italiani si è verificato un forte incremento di Meduse creando parecchi disagi per i bagnanti soprattutto per quelli più piccoli, scoraggiandoli ad entrare in acqua per la paura di essere punti. Questi animali galleggiano in superficie e si fanno trasportare dalle correnti, dunque mentre si fa il bagno al mare è molto probabile venire a contatto. A causare la dolorosa puntura sono le estremità urticanti dei tentacoli, che possono essere lunghi svariati metri e vengono usati proprio a scopo difensivo.

Sono state individuate circa 7000 specie di meduse con forme e strutture molto particolari, hanno una consistenza quasi gelatinosa (il nome in inglese infatti è jellyfish, ovvero “pesce-gelatina”) e sono animali costituiti per il 99% da acqua.
Nonostante la bizzarra forma e la grande quantità di acqua nei loro tessuti, le meduse possiedono strutture anatomiche complesse: un cappello, detto ombrello, che può essere ricoperto  da un velo (che ha scopo protettivo), e da cui si diramano tentacoli che possono raggiungere lunghezze notevoli (fino a diversi metri).

Quando si ha un contatto diretto con i tentacoli, le meduse rilasciano un liquido velenoso costituito da 3 proteine che causano diversi effetti: paralizzante, infiammatorio, neurotossico. Le specie presenti nei nostri mari per fortuna provocano conseguenze per lo più infiammatorie, non sono dannose o perlomeno non tanto da causare shock anafilattici e, in seguito, la morte.

I sintomi della puntura di Medusa

I sintomi più comuni di un’ustione da medusa sono innanzitutto un forte bruciore, pelle arrossata, irritazione della pelle (bolle, vescicole, gonfiore), prurito, formicolio accompagnato da dolore. Va ricordato che l'effetto della puntura di medusa dipende dalla suscettibilità individuale (alcune persone sono maggiormente predisposte a sviluppare reazioni gravi), dalla specie in questione, dal tempo di permanenza in acqua e dall'area geografica dell'incidente. In genere sono necessari 15-20 minuti affinché il senso di intenso bruciore scompaia (talvolta qualche ore per non sentire più dolore) e inizino prurito irritazione e formicolio.
È possibile che il gonfiore e il rossore durino per dei giorni prima di giungere a guarigione, anche una settimana.

Cosa fare dopo la puntura di Medusa?

Se si entra accidentalmente in contatto con una medusa bisogna uscire subito dall’acqua e risciacquare le zone interessate. È importante farlo con acqua di mare e non con acqua dolce: la prima ripulisce la pelle dai residui della medusa e diluisce le tossine non ancora penetrate, la seconda invece può favorire la scarica di veleno.
Per alleviare il prurito e bloccare la diffusione delle tossine è bene applicare un gel astringente al cloruro di alluminio o uno spray lenitivo all’acqua di mare.

Le creme al cortisone o contenenti antistaminico sono inutili: fanno effetto dopo circa mezz’ora, cioè quando la fase peggiore della reazione infiammatoria è già passata. Nelle settimane successive bisogna evitare di esporre le zone colpite al sole, perché la pelle è molto più sensibile. 

Puntura di medusa: cosa non fare.

Sono molte le leggende intorno ai “rimedi della nonna” per far passare velocemente il dolore, ma sono in realtà bufale. Si consiglia quindi di:

  • NON usare farmaci a base di cortisone (anche in crema) oppure antistaminici, non adatti alla rimozione delle tossine e agiscono in genere dopo i trenta minuti, ossia quando ormai il bruciore e l'irritazione cominciano ad affievolirsi da soli;
  • NON toccare la sostanza urticante con le mani, che poi potrebbero essere portate a occhi e bocca scatenando reazioni più gravi;
  • NON grattarsi e stronfinare la zona colpita con la sabbia;
  • NON fare impacchi di ghiaccio sull’ustione;
  • NON fare pipì sulla ferita come invece spesso si sente consigliare, perché contiene al suo interno ammoniaca. In realtà però secondo alcuni studiosi, affinché possa essere efficace l'urina deve avere una temperatura non inferiore ai quaranta gradi, ben superiore a quella corporea;
  • NON applicare ammoniaca, perché deve essere applicata ad alte temperature per combattere in maniera effettivo il veleno immesso nel corpo dalla medusa;
  • NON fare impacchi di aceto bianco;
  • NON esporsi al sole sia il giorno stesso in cui si viene punti sia durante i due o tre giorni seguenti. Inoltre, è consigliabile coprire sempre la zona colpita mediante una garza, soprattutto se si è in spiaggia, in modo tale da non far penetrare sabbia e altri elementi nella ferita.

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