Conoscere più da vicino i morsi da insetto può aiutarci molto a capire come trattare i sintomi che possono manifestarsi. Vediamo come riconoscere le singole punture e le reazioni collegate, come trattarle e quali sono i comportamenti da adottare.
Con l'arrivo della stagione calda aumentano tutte quelle problematiche legate agli insetti, dal fastidioso rumore delle zanzare alle punture di api. E' risaputo che tutti noi incappiamo in una o più punture d'insetti: che sia una zanzara, una pulce o una vespa, ciascuno di questi animali può provocare sintomi e reazioni fastidiose che necessitano un trattamento immediato.
Attraverso la puntura, l'insetto inietta nella pelle allergeni, veleni o altre componenti responsabili di dolore, arrossamento, gonfiore e, nei casi più gravi, reazioni allergiche. Per capire meglio come difendersi dalle punture di insetto è importante capire quali sono le ragioni per cui gli insetti pungono e in che modo possiamo classificarli.
Ecco qualche consiglio della dottoressa Marina Mauro, responsabile in Asst Lariana dell’ospedale Sant’Anna, su come comportarsi in questi casi.
La puntura delle zanzare causa un rigonfiamento circoscritto della pelle, di breve durata ma molto pruriginoso dovuto al rilascio di istamina e altre sostanze presenti nella saliva iniettata dalla zanzara. La dimensione del rigonfiamento dipende dalla sensibilizzazione individuale, è quindi soggettiva. Mentre essere punti o meno da zanzare dipende da vari fattori: pare sia dovuto all’odore che ognuno di noi emette, dall’avere una pelle sottile e morbida, da una temperatura corporea superiore alla norma come nel caso di sudorazione a seguito di attività fisica, inoltre sembra siamo più attrattivi i vestiti scuri.
Per quanto riguarda la prevenzione, bisogna evitare il ristagno di acqua nei sottovasi, evitare di indossare indumenti scuri, applicare repellenti sulla cute esposta e sugli abiti, applicare zanzariere alle finestre. In caso di puntura è utile applicare un cubetto di ghiaccio, a seguire una crema cortisonica se il prurito fosse molto intenso.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il morso del ragno è pressoché innocuo, tuttavia esistono alcune specie che hanno un morso altamente pericoloso per l’uomo, capace di generare necrosi e tossicità sistemica.
In Italia esistono solo tre specie di ragni pericolose per l’uomo: il ragno violino, presente per lo più in Sardegna, Sicilia e in isole minori; la tarantola, ragno ricoperto di peli neri, presente in centro e sud Italia; e la vedova nera, diffusa in tutto il centro, sud Italia e nelle isole.
In caso di reazione allergica, tessuti necrotici o sintomi neurologici è importante recarsi immediatamente al pronto soccorso. In presenza di sintomi lievi, è sufficiente applicare del ghiaccio e pomate al cortisone per uso topico (sempre su consiglio medico o del farmacista).
Il morso di zecca non va mai sottovalutato. Innanzitutto, la zecca che colpisce l’uomo è diversa da quella che attacca i cani. In secondo luogo, non pugne ma morde: si insinua sotto cute direttamente con la sua testa nera. Una volta inseritasi, succhia il sangue emettendo del veleno.
È importante rimuoverle rapidamente (bisogna fare attenzione a non lasciare sotto pelle la testa della zecca). Una volta estratta, è fondamentale monitorare eventuali sintomi postumi, poiché le zecche possono fare da vettori di gravi patologie, quali la Malattia di Lyme o l’Encefalite da zecca.
Per la Malattia di Lyme, non esiste vaccino, tuttavia esiste una profilassi antibiotica. L’encefalite è invece una patologia virale acuta del sistema nervoso centrale, trasmessa dal morso di zecche infette, per la quale esiste il vaccino.
Vale infine la pena acquistare uno dei tanti prodotti disponibili in commercio per tenere a distanza le zecche, perché, come si suol dire, prevenire è meglio che curare.
Le cimici, in particolare 'le cimici dei letti', pungono soprattutto di notte, attratte dal calore e dall’anidride carbonica rilasciata dall’uomo. Pungono e succhiano il sangue in 5-10 minuti, il sangue ingerito è circa 6 volte il peso della cimice. Solitamente pungono più volte dando forma a 3-5 papule con alone rosso, disposte in linea retta o a zig zag, molto pruriginose, e che possono durare fino a 1-2 settimane.
Le cimici non si alimentano se la temperatura è inferiore a 13° C e in condizioni di umidità elevata. Le uova sono deposte generalmente all’interno delle crepe dei muri, nelle giunture dei letti, nei battiscopa, sotto la carta da parati. Si riproducono tutto l’anno in ambiente riscaldato e con adeguato apporto di cibo. Sono molto resistenti e possono sopravvivere oltre un anno senza alimentarsi.
Le cimici non sono vettori di malattie nell’uomo ma la puntura è talmente pruriginosa che può essere fonte di infezione secondaria. Per prevenire le punture è necessario arieggiare e sbattere il materasso, controllare le lenzuola, ispezionare battiscopa, crepe nei muri e carta da parati ed usare spray insetticida. Per il controllo del prurito intenso, applicare ghiaccio, crema cortisonica e assumere un antistaminico in compresse al giorno finchè i sintomi non si attenuano.
Un altro fastidioso insetto in cui possiamo imbatterci in estate sono le pulci che possono albergare nei nostri animali domestici e saltano dal cane o gatto ai nostri piedi, caviglie e gambe. Una pulce, alla ricerca del sangue, può pungere più volte nella stessa area causando piccole lesioni arrossate molto pruriginose “a grappolo”.
Le pulci sono implicate nella trasmissione all’uomo di alcuni agenti patogeni che possono causare patologie gravi, è pertanto particolarmente importante prevenire la loro puntura trattando gli animali domestici con appositi collari antipulci ed evitare che gli animali entrino in contatto con animali selvatici. Usare appositi spray insetticida nelle cucce degli animali, su coperte e tappeti. Se punti bisogna applicare ghiaccio, crema cortisonica e assumere un antistaminico in compresse al giorno per attenuare il prurito.
Da ultimo ma non meno pericolose, abbiamo le punture di api, vespe o calabroni. Diversamente da zanzare, pulci e cimici questi insetti pungono per difesa. L’ape ha un pungiglione seghettato che rimane infisso nella cute e quindi volando via l’insetto si eviscera e muore. Le vespe hanno un pungiglione liscio, che si estrae facilmente dalla cute dopo la puntura e quindi la vespa può pungere un’altra volta anche se nella sacca velenifera non c’è più veleno.
Nella maggior parte dei casi le punture di api e vespidi provocano una reazione locale vivace e pruriginosa, che si risolve in pochi minuti. In circa il 20% dei casi provocano una reazione locale estesa, con un pomfo del diametro di 10 cm. Solo nel 3% della popolazione la loro puntura causa una reazione generalizzata (dall’orticaria fino allo shock anafilattico). Per evitare di essere punti non bisogna disturbare i nidi, evitare movimenti bruschi, indossare abiti chiari, scarpe chiuse, calzoni lunghi e maglia a maniche lunghe. Evitare inoltre profumi intensi.
Il pungiglione dell’ape non va tolto afferrandolo con due dita perché si spreme altro veleno nella cute ma va rimosso scalzandolo dalla cute con un’unghia o una pinzetta. Per coloro che hanno manifestato una reazione generalizzata moderata/grave, esiste l’immunoterapia specifica (vaccino) che viene prescritto ed eseguito in Centri dedicati.
Per quanto riguarda il trattamento delle reazioni, se la reazione è locale e poco estesa bisogna applicare ghiaccio e crema cortisonica. Se è molto estesa assumere anche un cortisonico in compresse. Se oltre alla reazione locale estesa compaiono nella stessa area linfonodi ingrossati sarà necessario, dopo un consulto medico, prendere un antibiotico. Se si presenta una reazione generalizzata, è bene utilizzare, in base alla gravità, cortisonici orali o parenterali e, nei casi gravi, praticare anche adrenalina auto iniettabile. Quando la reazione è generalizzata, di qualsiasi gravità, è d’obbligo raggiungere un servizio medico.
Per l’immediato post puntura d’insetto, l’Istituto Superiore di Sanità fornisce alcuni consigli pratici generali:
Normalmente la ferita e i disturbi regrediscono in 2-3 giorni, se ciò non accade è consigliabile contattare un medico.
Nello specifico, l’ISS suggerisce di contattare un medico se:
È opportuno invece andare al pronto soccorso o chiamare il 112 o il 118 in caso che la persona abbia dei sintomi gravi immediati come: