Tutto sui nei: diagnosi, fattori di rischio e terapia


Tutto sui nei: diagnosi, fattori di rischio e terapia

I nei sono molto frequenti, tanto che la maggior parte delle persone ne ha da dieci a quaranta e nella maggior parte dei casi, la natura di tali lesioni cutanee pigmentate è benigna. Alcune di queste possono degenerare e dar luogo a forme tumorali.

I nei (o nevi) sono delle macchie circoscritte, di forma rotondeggiante od ovalare, piatte o in rilievo, che si hanno fin dalla nascita oppure che compaiono in seguito nella vita adulta. Questi macchie colorate presenti nella pelle sono costituiti da gruppi di melanociti che si accumulano, formando una piccola massa insieme al tessuto circostante.

I nei hanno dimensioni diverse: possono essere piccoli punti o avere un diametro fino a 2,5 centimetri, ma misurano generalmente meno di 1 centimetro e tendono ad avere dimensioni inferiori a 6 millimetri. Quasi tutti gli individui hanno qualche neo e molti ne hanno un numero rilevante. I soggetti con oltre 50 nei sono a rischio leggermente superiore di melanoma, una neoformazione melanocitaria cancerosa (maligna).
Il melanoma è un tumore maligno della pelle, determinato da una proliferazione incontrollata dei melanociti. E' uno dei tipi di tumore epiteliale più grave, perché negli stadi più avanzati è in grado di diffondersi in altre parti dell’organismo attraverso la formazione di metastasi. In molti casi il melanoma può essere curato con un semplice intervento chirurgico, se il tumore viene scoperto nelle fasi iniziali, cioè prima che inizi a diffondersi verso l’esterno della pelle e prima che le cellule tumorali abbiano iniziato a diffondersi in altre parti dell’organismo. Invece, se il melanoma è già in stadio avanzato, le cellule tumorali probabilmente si sono già diffuse attraverso i vasi sanguigni o il sistema linfatico e hanno già dato origine a tumori (metastasi) in altre parti dell’organismo.

Diagnosi dei nei

Per essere certi di trovarsi di fronte a un caso di tumore, è assolutamente necessario che il neo e la zona sospetta vengano rimossi chirurgicamente attraverso una biopsia. Un esame istologico consentirà di accertare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Il consiglio è quello di sottoporsi periodicamente a una visita dermatologica, sia per valutare le caratteristiche morfologiche che per riconoscere gli eventuali cambiamenti sospetti a carico delle lesioni pigmentate della pelle. Attraverso la documentazione fotografica periodica si può tenere sotto controllo l'eventuale sviluppo e quindi di intervenire tempestivamente nel caso in cui si sia verificata una modificazione oppure una delle seguenti caratteristiche sospette:

  • i margini che si modificano nel tempo o molto irregolari;
  • i cambiamenti di colore;
  • dolore;
  • sanguinamento;
  • ulcerazione;
  • prurito.

I fattori di rischio dei nei

Attualmente i ricercatori non sono in grado di stabilire perché alcune persone si ammalino di melanoma mentre altre no, le ricerche, però, hanno dimostrato che l’esposizione al sole, e in particolare l’esposizione eccessiva che provoca scottature con vesciche, è un fattore di rischio importante e molto facile da evitare. Altri fattori di rischio per il melanoma sono:

  • precedenti famigliari di melanoma;
  • nei displastici;
  • precedenti di melanoma;
  • immunodeficienza o problemi al sistema immunitario;
  • numero elevato di nei normali (più di 50);
  • esposizione eccessiva alla radiazione ultravioletta (UV);
  • scottature gravi con formazione di vesciche;
  • lentiggini;
  • pelle molto chiara (fototipo basso).

È importante ricordare che non tutti coloro che hanno un neo displastico o altri fattori di rischio per il melanoma finiscono per ammalarsi, in realtà la stragrande maggioranza non si ammalerà; circa il 50 per cento dei pazienti che soffrono di melanoma non presenta nei displastici e inoltre può non avere altri fattori di rischio accertati.

Terapia dei nei

Sono molte le opzioni di trattamento per il melanoma cutaneo.

La prima scelta è in genere la chirurgia che spesso riesce a curare definitivamente la malattia in fase iniziale. L'entità dell'intervento dipende dallo stadio del melanoma: in genere si asporta anche una parte di tessuto sano attorno a quello malato, in modo da essere sicuri di eliminare tutte le cellule tumorali (si parla di margini operatori liberi). Dopo l’asportazione si analizza al microscopio il tessuto circostante e nel caso in cui si osservi la presenza di cellule tumorali in queste aree, si procede con un nuovo intervento per rimuovere altro tessuto. In alcuni casi vengono rimossi chirurgicamente anche i linfonodi "sentinella", ovvero i primi a ricevere linfa direttamente dal tumore. Se questi contengono cellule tumorali, vengono asportati tutti quelli dell'area interessata. La chirurgia, inoltre, può essere utile per rimuovere eventuali metastasi.

Negli ultimi anni lo sviluppo dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare ha ridotto l’utilizzo della chemioterapia nella malattia avanzata e aperto nuove prospettive di cura in uno scenario articolato e sempre più personalizzato per ogni paziente.

In particolare sono in corso studi che valutano la combinazione delle terapie, la loro sequenza o l’integrazione con altri trattamenti disponibili (es. chirurgia e radioterapia).

Nella pratica clinica la scelta del trattamento dipende dall’estensione della malattia, dalla necessità o meno di una rapida risposta, dalla possibilità di ottenere risposte durevoli, da eventuali patologie concomitanti nonché dalle preferenze del paziente.

In caso di terapie mirate che utilizzano farmaci diretti contro mutazioni specifiche nel DNA (per esempio quelle nei geni BRAF, MEK o c-KIT). La scelta dipende dalla presenza di tali mutazioni nelle cellule del tumore.

La radioterapia è utilizzata in presenza di metastasi ossee oppure cerebrali, a scopo terapeutico integrato con altri trattamenti, oppure come palliativo dei sintomi.

Esistono anche terapie definite loco-regionali che consistono nel somministrare farmaci in dosi particolarmente elevate in aree che è possibile isolare dal resto dell'organismo, come per esempio gli arti. Nel caso del melanoma le più usate sono la perfusione isolata dell'arto e l'elettro-chemioterapia.

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Immagine Paziente dottore

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