Esistono diverse forme della malattia, le principali sono accomunate dal fatto che la quantità di zucchero nel sangue diventa troppo alta, impedendo alla cellule di funzionare correttamente e soprattutto esponendo il paziente a gravi complicanze.
Il diabete è una malattia metabolica conseguente a un calo di attività dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas, caratterizzata da un'elevata concentrazione di glucosio nel sangue (l'iperglicemia).
Sono circa 425 milioni le persone che nel mondo sono affette da questa malattia e in Italia si stima che siano oltre 3 milioni. Numeri impressionanti che non si possono sottovalutare, il diabete continua ad essere una malattia ancora molto diffusa e spesso troppo ignorata.
Esistono varie tipologie di diabete mellito, ma dal 1997 l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l'ADA (American Diabetes Association) hanno facilitato la classificazione dividendo il diabete in tre tipologie principali:
Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule Beta che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. La velocità di distruzione delle Beta-cellule è, comunque, piuttosto variabile, per cui l’insorgenza della malattia può avvenire rapidamente in alcune persone, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti. Riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza.
La causa di fondo è un malfunzionamento del sistema immunitario, il quale, riconoscendo come estranee le cellule Beta pancreatiche, le aggredisce e le distrugge. Viene classificato tra le malattie cosiddette “autoimmuni”, cioè dovute a una reazione immunitaria diretta contro l’organismo stesso. Tra i possibili agenti scatenanti la risposta immunitaria, sono stati proposti i virus della parotite (i cosiddetti "orecchioni"), il citomegalovirus, i virus Coxackie B, i virus dell'encefalomiocardite. Viene chiamato anche diabete giovanile per la sua predisposizione a svilupparsi durante gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
I sintomi legati a questo tipo di diabete sono generalmente i seguenti:
Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa, riguarda oltre il 90% dei casi, ed è una patologia cronica caratterizzata da un eccesso di zuccheri nel sangue, iperglicemia, che può causare frequenti complicanze cardiovascolari e renali, precoci e spesso fatali, come lo scompenso cardiaco e l’insufficienza renale
In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.
In genere non viene diagnosticato per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e inizialmente non è di grado severo al punto da dare i classici sintomi del diabete. Solitamente la diagnosi avviene casualmente o in concomitanza con una situazione di stress fisico, quale infezioni o interventi chirurgici.
Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica: questa osservazione consente di prevedere strategie di prevenzione “primaria”, cioè interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia e che hanno il loro cardine nell’applicazione di uno stile di vita adeguato, che comprenda gli aspetti nutrizionali e l’esercizio fisico.
I sintomi legati al diabete di tipo 2 sono generalmente i seguenti:
Sono state individuati diversi fattori scatenanti:
Il diabete gestazionale è una forma di diabete che colpisce le donne durante il periodo della gravidanza. Durante la gestazione alcuni ormoni secreti dalla placenta contrastano l’azione dell’insulina: solitamente l’organismo della donna reagisce producendo insulina in quantità maggiore. Se il pancreas, invece, non riesce a rispondere a quest’esigenza, la glicemia aumenta, causando questa particolare forma di diabete. Circa il 4% delle donne gravide è interessato da questa condizione, che però tende a scomparire alla fine della gravidanza.
Il diabete può determinare complicanze acute o croniche. Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza pressoché totale di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro a coma chetoacidosico, dovuto ad accumulo di prodotti del metabolismo alterato, i chetoni, che causano perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni ematiche.
Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici.
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