La Giornata mondiale del diabete


La Giornata mondiale del diabete

Il diabete rappresenta chiaramente un esempio di patologia cronica, la cui condizione spesso poli patologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa, per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti.

Ritorna l’appuntamento con la Giornata mondiale del diabete che quest'anno è di lunedì 14 novembre 2022, l’evento dedicato alla sensibilizzazione e informazione sul diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabets Federation e dall’Organizzazione mondiale della sanità. 
Ogni anno questa celebrazione offre spunti di riflessione su diversi aspetti dell’assistenza alle persone con diabete. In particolare, quest’anno, si vuole richiamare l’attenzione sull’accesso alla cura e sull’accesso alle emozioni.

Il diabete mellito è una patologia cronica a larghissima diffusione a livello mondiale, la cui prevalenza è destinata ad aumentare nel prossimo futuro con il progressivo invecchiamento della popolazione e la sempre maggiore occorrenza delle condizioni di rischio che ne precedono l'insorgenza. Organizzazione e qualità dell'assistenza nonché gestione territoriale del diabete rimangono condizioni fondamentali per un migliore controllo della malattia diabetica e, quindi, per una reale prevenzione e un miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete

Esattamente 100 anni fa, grazie alla scoperta di due canadesi, il Prof Banting e il suo allievo Best che per primi isolarono l’insulina, sarebbe cambiata la storia della medicina per i malati di diabete. I primi esperimenti condotti appena un anno dopo su un ragazzo quattordicenne diabetico il cui destino sembrava segnato e la morte sarebbe presto giunta fecero subito comprendere come la vita di questi malati avesse una nuova prospettiva: già in una giornata la glicemia si era normalizzata ed il ragazzo era salvo. Pensare oggi a questo, con le numerosissime scoperte che si sono susseguite negli anni, che hanno portato le persone con diabete di tipo 1 e 2 ad avere una vita pressoché normale, può far sorridere. Ma, nel contempo, ci deve anche far riflettere: occorre pensare tutti insieme che i livelli di conoscenza scientifica e competenza raggiunti nelle cure devono rappresentare anche oggi non un punto d’arrivo, ma, piuttosto, un punto di partenza. La persona con diabete deve mirare ad una condizione di vita che necessita di molti, ulteriori passi avanti.

I numeri del Diabete

A livello mondiale, la prevalenza di diabete mellito è in progressivo aumento, attestandosi, nel 2014, al 9% della popolazione adulta (dati OMS). La popolazione maschile con diabete ha una mortalità 1,9 volte superiore rispetto a quella non diabetica, mentre quella femminile si attesta su una mortalità 2,6 volte superiore rispetto alle donne che non hanno il diabete. Si prevede, inoltre, che nei prossimi anni i decessi per diabete aumenteranno di più del 50%, divenendo la settima causa di morte nel 2030. 52 milioni di persone convivono con il diabete nell'area della Regione europea dell'OMS e la prevalenza della malattia risulta in crescita in tutta la Regione, arrivando, in alcuni Stati, a tassi del 10-14%.

Sono quasi 4milioni gli italiani con il diabete e oltre 1 milione non sa ancora di averlo. Da qui l’urgenza di prendere provvedimenti nei confronti di questa malattia, il cui impatto dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul Servizio sanitario nazionale e sui Servizi regionali è molto importante. Tanto per rendere l’idea: una persona con diabete ogni 7 minuti ha un attacco cardiaco, ogni 30 minuti ha un ictus, ogni 90 subisce un’amputazione, ogni 3 ore entra in dialisi.

La prevalenza della malattia aumenta col crescere dell'età fino a un valore di circa il 20% nelle persone di età uguale o superiore a 75 anni. Il dato geografico, invece, mostra una prevalenza mediamente più bassa nelle Regioni del Nord (4,7%) rispetto a quelle del Centro (5,5%), del Sud (6,6%) e delle Isole (6,0%). 
L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui SSR è molto importante, basti pensare che:
- 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% ha retinopatia, il 3% ha problemi agli arti inferiori e piedi;
- 32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici).

Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali rapida diagnosi e monitoraggio attento attraverso delle molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che, grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni, possono essere fatte oggi con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le Regioni italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione.

Bambini e adolescenti
Anche i dati sulla diffusione di sovrappeso e obesità tra i più giovani vanno attentamente considerati, in quanto è dimostrato che un bambino obeso ha maggiori probabilità rispetto ad un normopeso di essere in eccesso ponderale anche da adulto, con il conseguente maggiore rischio di sviluppare patologie correlate a tale condizione, diabete in particolare. Secondo lo studio OKkio alla salute , sistema di sorveglianza nazionale sullo stato ponderale e i comportamenti a rischio nei bambini della scuola primaria promosso e finanziato dal Ccm e coordinato dall'ISS/CNESPS, in Italia, nel 2014, la prevalenza di bambini in sovrappeso è risultata pari al 20,9%, mentre i bambini obesi rappresentano il 9,8%, compresi i bambini severamente obesi che da soli rappresentano il 2,2%. Si registrano prevalenze più alte nelle Regioni del Sud e del Centro.

Il consumo di farmaci

Nel 2013 il consumo di farmaci per il diabete ha registrato un incremento dello 0,7% rispetto al 2012 (dati Rapporto OsMed - L'uso dei farmaci in Italia, Agenzia Italiana del Farmaco). Mentre si riduce il consumo degli altri ipoglicemizzanti orali (-7,0%), aumenta in maniera significativa quello dei farmaci incretino-mimetici, da soli o in associazione (+30,6%). La spesa per i farmaci antidiabetici è stata di 813,7 milioni di euro. Insuline e analoghi sono i primi farmaci per spesa (424,1 milioni di euro), seguiti dagli altri ipoglicemizzanti orali (118,9 milioni di euro), dai farmaci incretino-mimetici da soli o in associazione (114,30 milioni di euro), dalla metformina (78,2 milioni di euro). L'analisi della variabilità regionale evidenzia che nelle Regioni del Nord si prescrive un numero inferiore di farmaci antidiabetici rispetto alle Regioni del Sud.

A partire dalla Legge 115 del 16 marzo 1987 recante "Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito", si sono via via sviluppate negli anni diverse e mirate azioni finalizzate a contrastare la patologia diabetica.
Tali azioni devono necessariamente partire dalla prevenzione primaria, che altro non significa se non prevenire sovrappeso e obesità. Questo obiettivo necessita di uno specifico impegno di tutte le istituzioni e non solo del sistema sanitario per attuare interventi finalizzati a un cambiamento socio-culturale e alla correzione di stili di vita e comportamenti individuali relativi ad alimentazione e attività fisica.

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