Il Morbo di Crohn, una malattia infiammatoria intestinale cronica.


Il Morbo di Crohn, una malattia infiammatoria intestinale cronica.

La malattia di Crohn è una malattia infiammatoria dell’intestino e può colpire tutto il tratto gastrointestinale. I sintomi che si possono manifestare sono differenti e, per chi ne soffre, possono trasformarsi in condizioni altamente invalidanti.

Tra le principali forme di malattie infiammatorie dell’intestino, il morbo di Crohn è quella più comune e colpisce circa 200 mila persone, con un picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni. Si tratta di un’infiammazione cronica dell’intestino, che può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano e nella maggior parte dei casi, la malattia colpisce principalmente l’ultima parte dell’intestino tenue (ileo) e il colon.

I sintomi del morbo di Crohn dipendono dall'area interessata e possono essere alquanto vari e differenti da un paziente all'altro; tra i più comuni, si segnalano dolori addominali, diarrea, vomito e perdita di peso. La malattia in genere insorge gradualmente e tende a peggiorare nel tempo, anche se può dare periodi di remissione della durata di settimane o anche anni.

Poiché l’infiammazione può coinvolgere con diversa estensione e profondità i tessuti dell’apparato gastrointestinale, i sintomi iniziali possono essere più vaghi di quelli tipici della rettocolite ulcerosa, e presentarsi in forma di diarrea (con o senza sangue) e dolore addominale: questa è la ragione per cui molte persone affette dalla malattia di Crohn presentano sintomi per anni prima che venga formulata una diagnosi.

Cause e sintomi della malattia di Crohn

Ad oggi, purtroppo, le cause della malattia di Crohn non sono ancora note e i ricercatori sono impegnati nel capire i fattori principali che spingono le cellule del sistema immunitario ad ‘attaccare’ l’intestino e a provocare la conseguente infiammazione cronica.

I sintomi possono essere molto diversi fra loro e variano a seconda del tratto gastrointestinale interessato. I sintomi più frequenti sono:

  • dolore addominale;

  • diarrea cronica (che persiste, cioè, per più di 4 settimane);

  • febbricola;

  • perdita di peso.

Nei casi più severi, l’infiammazione può portare a ulcere nella parete dell’intestino, causando lo sviluppo di gravi complicanze, come fistole, ascessi o stenosi. Le terapie oggi disponibili e i controlli regolari permettono tuttavia ai pazienti di controllare in sicurezza la progressione della malattia nella maggior parte dei casi.

Le cause esatte alla base della comparsa del morbo non sono ad oggi note, ma l’opinione più diffusa è che possa essere il risultato di una combinazione di numerosi fattori.

  • Reazione autoimmune: Il morbo può essere dovuto a una reazione autoimmune, una condizione in cui il sistema immunitario attacca cellule sane dell’organismo. Si ritiene che i batteri del tratto digerente possano attivare erroneamente il sistema immunitario. Questa risposta del sistema immunitario è causa di infiammazione, inducendo i sintomi del morbo di Crohn.

  • Genetica: Talvolta l’andamento del morbo è famigliare. La ricerca ha dimostrato che le probabilità di sviluppare la malattia sono maggiori con un consanguineo (fratello o genitore) affetto dal morbo. Il legame tra geni e morbo di Crohn è tuttora oggetto di studi.

  • Altri fattori:

    • Il fumo sembra associato a un rischio raddoppiato di sviluppare il morbo di Crohn.

    • Alcuni farmaci, tra cui gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’aspirina o l’ibuprofene, antibiotici e pillole anticoncezionali sembrano leggermente aumentare il rischio di avere la malattia.

    • Anche una dieta ad alto contenuto di grassi sembra legata a incidenze del morbo leggermente maggiori.

    • Lo stress e l’assunzione di specifici cibi non causano il morbo di Crohn, mentre possono essere causa di peggioramento dei sintomi.

Diagnosi

Le metodiche per diagnosticare e monitorare la malattia di Crohn sono:

  • Colonscopia con visualizzazione dell’ileo e con biopsie intestinali multiple: serve a valutare lo stato della mucosa intestinale e a valutare se, a livello microscopico, ci sono aspetti tipici dell’infiammazione acuta e cronica (ad esempio alterazioni strutturali del tessuto, infiltrati di globuli bianchi). È essenziale per la diagnosi e per il monitoraggio periodico.

  • Cromoendoscopia digitale o con coloranti in vivo: sono tecniche aggiuntive in corso di colonscopia che permettono di visualizzare con maggior dettaglio le aree sospette per displasia del colon nei pazienti con una malattia a localizzazione colica e di lunga durata.

  • Ecografia addominale con studio delle anse intestinali: permette di valutare la parete intestinale in maniera non invasiva, per escludere o diagnosticare complicanze da malattia di Crohn e per il monitoraggio durante le cure.

  • L’ Entero-RMN ovvero una risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto assunto sia per via orale che somministrato per via endovenosa che permette di localizzare l’infiammazione, di valutare eventuali complicanze e di valutare l’estensione e l’attività infiammatoria. È una procedura non invasiva che non espone a raggi dannosi.

  • L’Entero-TC con mezzo di contrasto, che ha lo stesso valore diagnostico della risonanza, ma dev’essere utilizzata con cautela poiché espone ai raggi X.

  • L’esofagogastroduodenoscopia serve a valutare se esiste una localizzazione di malattia a livello della parte alta dell’intestino, soprattutto alla diagnosi.

  • L’enteroscopia con videocapsula è una metodica endoscopica utile per diagnosticare lesioni del piccolo intestino che non sono accessibili con la colonscopia. È limitata dalla impossibilità di fare biopsie e dal rischio di ritenzione, in caso di stenosi intestinali.

  • La risonanza magnetica della pelvi per lo studio di eventuali raccolte o fistole dei tessuti peri-anali.

  • L’esplorazione chirurgica sotto anestesia è una metodica chirurgica che va impiegata in casi selezionati di morbo di Crohn perianale. È diagnostica e curativa nello stesso tempo.

I Trattamenti

L’infiammazione intestinale provocata dalla Malattia di Crohn può essere curata agendo sui meccanismi cellulari e molecolari dell’intestino e del sistema immunitario.
Le terapie possibili comprendono:

  • antibiotici intestinali (fluorochinolonici, metronidazolo, rifaximina) che aiutano a equilibrare la flora batterica, probabile corresponsabile dell’infiammazione, utili nel trattamento delle complicanze quali ascessi intraddomminali e perianali;

  • immunosoppressori (azatioprina o 6-mercaptopurina) che sopprimono i globuli bianchi attivati, responsabili dell’infiammazione;

  • steroidi che hanno una potente azione anti-infiammatoria in tutto l’organismo, modulando e sopprimendo la risposta immunitaria, hanno tuttavia numerosi effetti collaterali nel trattamento a lungo termine;

  • metotrexate che, con meccanismi diversi, agisce come immunosoppressore, riducendo il numero dei globuli bianchi attivati;

  • farmaci biologici (adalimumab, infliximab, vedolizumab), anticorpi biotecnologici che modulano la risposta immunitaria;

  • chirurgia che permette di rimuovere le complicanze non reversibili del morbo di Crohn, quando non hanno trovato risposta i farmaci;

  • farmaci sperimentali – somministrati solo da Centri d’eccellenza selezionati nell’ambito di studi clinici.

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