Intolleranza al lattosio: sintomi e cause


Intolleranza al lattosio: sintomi e cause

L’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità dell’organismo di digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati ed è causata da una presenza insufficiente dell’enzima lattasi.

L’intolleranza al lattosio rappresenta una serie di reazioni negative legate all’incapacità del nostro organismo di digerire lo zucchero lattosio a causa di una carenza dell’enzima digestivo lattasi. Se l’enzima lattasi è carente o insufficiente, il lattosio non può essere separato e, dunque, l’organismo non può digerirlo. I soggetti con intolleranza al lattosio di solito non riescono a tollerare il latte e altri prodotti caseari, che contengono lattosio.

A seconda delle forme è possibile suddividere le intolleranze in:

  • intolleranze al lattosio genetica primaria; 

  • intolleranza al lattosio transitoria; 

  • intolleranza al lattosio congenita.

Si parla di intolleranza al lattosio primaria quando è causata da una normale conseguenza della crescita, poiché durante l’infanzia i livelli di lattasi diminuiscono naturalmente. E' una condizione soggettiva determinata dal DNA dell’individuo che, a causa di una mutazione nel codice genetico del paziente, è poco presente la parte che consente di produrre grandi quantità di enzima lattasi. In questo caso non esiste una cura per l’intolleranza al lattosio, che permane per tutta la vita.

Quando invece è causata dalla riduzione della lattasi dopo una malattia o un intervento o un trauma intestinale è considerata intolleranza al lattosio transitoria, perchè si tratta di un problema temporaneo.

Esiste infine un’intolleranza congenita al lattosio quando è dovuta a una mutazione che impedisce completamente di digerire il latte e causa l’assenza totale di lattasi, già da prima dello svezzamento.

I sintomi dell'intolleranza al lattosio

I sintomi che caratterizzano questo tipo di intolleranza riguardano principalmente l'apparato gastrointestinale e compaiono a breve distanza dall’assunzione di alimenti contenenti lattosio. Nello specifico i soggetti manifestano:

- flatulenza 

- meteorismo

- nausea

- crampi addominali 

- diarrea acquosa

- digestione lenta e rumorosa.

É importante precisare che la sintomatologia è soggettiva e può variare da individuo a individuo in base a quanto è consistente e reversibile il deficit di enzima lattasi.

Si stima che ad oggi circa il 40% degli italiani soffra di intolleranza al lattosio.

Intolleranza al lattosio: diagnosi

La prima cosa che è opportuno fare quando si sospetta una reazione avversa al cibo è quella di eliminare per un certo periodo di tempo l'alimento o la classe di alimenti sospetti e verificare se la sintomatologia persiste. Trascorso un certo intervallo temporale è bene provare a reintrodurre l'alimento incriminato in basse quantità e valutare l'eventuale ricomparsa dei sintomi e/o la propria soglia di tollerabilità.

In merito alla diagnosi delle intolleranze alimentari è doveroso affermare che negli ultimi anni è considerevolmente aumentata la percentuale di soggetti affetti. Contribuiscono a ciò test diagnostici non convenzionali privi di validità scientifica che vengono in genere consigliati da personale non medico quindi non realmente competente.

Nel caso specifico per fare diagnosi di intolleranza al lattosio il test diagnostico che si effettua più di frequente è il test del respiro, anche detto breath test. Si tratta di un test non invasivo, riconosciuto dalla comunità scientifica, che si effettua analizzando l'aria espirata prima e dopo un carico di lattosio. Al soggetto che giunge in ambulatorio vengono somministrati da 20 a 50 gr di lattosio, dopo un certo intervallo di tempo l'operatore sanitario farà espirare il paziente in un apposito beccuccio e valuterà quindi l'aria fuoriuscita. Se il lattosio non viene digerito sarà fermentato dalla flora batterica intestinale producendo gas, in particolare vengono prodotte considerevoli quantità di idrogeno. Perciò se nell'aria espirata dal soggetto si rileva una iperproduzione di idrogeno si arriverà alla conclusione che il paziente non digerisce il lattosio ed è quindi intollerante a questo zucchero.

Attraverso un test genetico è possibile invece valutare l'eventuale origine o predisposizione genetica dell'individuo al disturbo, viene effettuato più raramente rispetto al breath test.

Cosa fare se scopri di essere intollerante al lattosio

Nel momento in cui il medico fa diagnosi di intolleranza al lattosio è necessario apportare delle modifiche nella propria quotidianità. Si può controllare attraverso la dieta evitando i cibi contenenti lattosio, soprattutto i prodotti caseari. Questo non implica l'eliminazione di tutti i derivati del latte poiché alcuni formaggi contengono quantità di lattosio trascurabili o che comunque non comportano conseguenze come per esempio i formaggi stagionati (grana, parmigiano, provolone, pecorino). Il processo di stagionatura riduce la percentuale di lattosio presente fino a rendere il prodotto innocuo, quanto più il formaggio è stagionato tanto più si riduce la percentuale di lattosio. Questo vale se non siamo di fronte ad una forma particolarmente grave di intolleranza. Costituiscono invece un problema i formaggi freschi (mozzarella, formaggi a pasta molle, ecc) che devono invece essere banditi dalla propria dieta, in questo caso parliamo di alimenti il cui contenuto in lattosio è considerevole. Viene da sé che sarà indispensabile escludere del tutto il latte vaccino ma anche quello di capra e altri animali.

Oltre a latte e latticini sono da evitare anche preparazioni a base di latte come creme, gelati, burro, cioccolata al latte, purè ecc. Inoltre è bene prestare attenzione alle etichette di alimenti che potrebbero sembrare apparentemente privi di lattosio come insaccati, affettati, sughi, alimenti in scatola e prodotti confezionati poiché in essi il lattosio è impiegato come additivo alimentare. Infine anche alcuni medicinali possono contenerlo.

Oggi le industrie alimentari sono venute incontro ai soggetti intolleranti al lattosio introducendo sul mercato prodotti “senza lattosio, tale dicitura definisce un alimento in cui vi è una percentuale di lattosio inferiore allo 0,01%. In alternativa è possibile consumare prodotti caseari arricchiti in Lactobacillus acidophilus, un batterio che digerisce il lattosio. Infine se si volesse godere di prodotti contenenti lattosio (sempre con la dovuta moderazione) è possibile assumere prima del pasto compresse a base di enzima lattasi, andando così a sopperire la mancanza, la quantità da assumere sarà proporzionale alla portata del pasto.

Per saperne di più contatta uno dei nostri specialisti in Gastroenterologia.

Immagine Paziente dottore

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