West Nile Virus: incubazione e sintomi


West Nile Virus: incubazione e sintomi

La maggior parte dei pazienti (4 su 5) con infezione da virus West Nile non presenta sintomi. Circa 1 su 5 sviluppa febbre insieme ad altri sintomi come mal di testa, dolori muscolari, dolore articolare, vomito, diarrea o rash.

Il West Nile virus si trasmette all'uomo e agli animali (i cavalli, in particolare) attraverso la puntura delle zanzare e può causare un'infezione dai caratteri simil-influenzali, nota con lo stesso nome. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.

Quest’anno la stagione di trasmissione di malattie trasmesse da insetti ha avuto un inizio precoce in Italia. La circolazione del virus West Nile, infatti, è stata infatti confermata dalla presenza del virus in pool di zanzare e in avifauna nel paese già nel mese di maggio 2023. Sono state di conseguenza attivate precocemente le misure di prevenzione su trasfusioni e trapianti nelle aree interessate,

Sebbene ad oggi non siano stati notificati casi confermati di infezione nell’uomo da virus West Nile contratti nei mesi di aprile e maggio 2023, è possibile che la circolazione di questo o di altri patogeni trasmessi da insetti possa aumentare nelle prossime settimane.

I sintomi della malattia di West Nile

La maggior parte delle persone infettate non ha sintomi, tuttavia possono comparire in alcuni casi e per qualche giorno:

  • mal di testa;

  • febbricola;

  • nausea;

  • vomito;

  • dolori muscolari;

  • fatica e stanchezza;

  • linfonodi ingrossati.

Nei casi più seri che corrisponde a una piccolissima percentuale (1%) delle infezioni da West Nile virus può manifestarsi con sintomi molto seri. In queste occasioni, viene colpito l'intero sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e le membrane che lo rivestono (meningi). Tutto ciò si traduce nell'insorgenza di: encefaliti, meningiti, e forme acute di paralisi flaccida (detta anche poliomielite West Nile).

Incubazione 

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Diagnosi

La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

ESAMI DEL SANGUE

Il sangue di un paziente infetto presenta elevati livelli di anticorpi specializzati a combattere il West Nile virus (in medicina, si definiscono anticorpi virus-specifici). Si tratta di immunoglobuline di tipo G (IgG) e anticorpi neutralizzanti.
Inoltre, mediante un test specifico, è possibile rintracciare dei piccoli frammenti di RNA, ovvero il materiale genetico del virus.

PUNTURA LOMBARE

Quando si sospetta un'infiammazione a livello di cervello, meningi e midollo spinale, uno degli esami diagnostici più indicati è la puntura lombare. Essa consiste nel prelievo di liquor (o liquido cefalorachidiano), mediante l'introduzione di un ago tra le vertebre L3-L4 o L4-L5, e nella sua analisi in laboratorio. È una procedura lievemente invasiva. Pertanto, richiede le dovute attenzioni al momento dell'esecuzione.
Il liquor di un paziente contagiato da West Nile è caratterizzato da linfocitosi e da neutrofilia.

ELETTROENCEFALOGRAMMA E RMN

Tramite un elettroencefalogramma (EEG) si riesce ad analizzare l'attività cerebrale e le anomalie che caratterizzano un'infezione da West Nile virus. È un esame abbastanza utile e per nulla invasivo.
Tramite una risonanza magnetica nucleare (RMN) al cervello, invece, si riesce a rilevare un'infiammazione cerebrale. Non è un esame diagnostico invasivo, ma, nonostante questo, non è molto praticato in tali circostanze.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. L'infezione, se non passa da sé in pochi giorni, può essere curata con l'aiuto di farmaci antalgici, come l'aspirina o il paracetamolo. Quest'ultimi riducono il mal di testa e la sensazione generale di stanchezza.
Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Immagine Paziente dottore

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