Dialisi: complicanze e regime alimentare.


Dialisi: complicanze e regime alimentare.

La dialisi è una terapia medica che sostituisce parzialmente la funzionalità renale e che diventa necessaria quando i reni non sono più in grado di lavorare normalmente (insufficienza renale).

Quando i reni non riescono più a svolgere pienamente le loro funzioni si ricorre alla Dialisi, un trattamento artificiale di rimozione delle scorie, delle tossine e dei liquidi in eccesso dal corpo. La dialisi viene utilizzata principalmente in pazienti con insufficienza renale cronica, patologia che comporta la perdita progressiva ed irreversibile della funzione renale.
Il trattamento viene eseguito mediamente tre volte la settimana, con una durata di quattro ore a seduta. Il paziente è quindi occupato tre mattine o tre pomeriggi alla settimana per il suo trattamento depurativo emodialitico. Durante il trattamento che si svolge nel reparto di dialisi dell’ospedale può leggere, guardare la televisione, utilizzare il computer o riposare.

Esistono due tipologie di dialisi, l’emodialisi e la dialisi peritoneale:

- durante la procedura di emodialisi, il malato è collegato mediante un ago-cannula, inserito nel braccio, ad un circuito che aspira il sangue tramite una pompa e lo spinge dentro il filtro che consente il passaggio delle scorie dal sangue al liquido di dialisi; superato il filtro, il sangue depurato ritorna nel corpo del malato attraverso un secondo ago cannula inserito, generalmente, nello stesso braccio. Nell'emodialisi la rimozione dei liquidi avviene mediante la pressione generata dalla pompa e, quando necessario, da un ulteriore pressione prodotta dalla macchina di dialisi. Questo tipo di procedura dura circa quattro ore e si effettua tre volte a settimana.

- la dialisi peritoneale è una tecnica che prevede l'applicazione permanente, nella zona subito al di sotto dell'ombelico, di un piccolo tubo (catetere) che raggiunge la cavità peritoneale situata all'interno dell'addome. Attraverso il catetere è introdotto un liquido (liquido di dialisi), composto da sali e glucosio, che a contatto con il filtro costituito dalla membrana peritoneale cattura le scorie presenti nel sangue.
La particolarità di questa tipologia di dialisi consiste nell'utilizzare come filtro il rivestimento interno dell'addome (peritoneo) poiché, come i reni, contiene molte migliaia di piccoli vasi sanguigni.
Mentre il sangue passa attraverso i vasi sanguigni che rivestono la cavità peritoneale, le sostanze di scarto e i liquidi in eccesso in esso presenti sono espulsi e trasferiti nel liquido di dialisi inserito nell'addome attraverso il catetere. Il liquido usato è eliminato alcune ore più tardi all'interno di una sacca e rimpiazzato con altro pulito.
A differenza dell'emodialisi, in cui la rimozione dei liquidi in eccesso presenti nel sangue è avviata dalla pressione generata dal macchinario, nella dialisi peritoneale è il glucosio presente nel liquido inserito nell'addome attraverso il catetere (liquido di dialisi) a favorire l'espulsione dei liquidi in eccesso.
Cambiare il liquido di dialisi in genere richiede circa 30-40 minuti e, normalmente, l'operazione va ripetuta quattro volte al giorno. Uno dei vantaggi della dialisi peritoneale consiste nella possibilità di effettuarla durante la notte, mentre il malato dorme, tramite un apposito macchinario.

Complicanze nella dialisi peritoneale

Le complicanze della dialisi peritoneale includono:

  • Infezioni: Il rischio infettivo è elevato se la dialisi peritoneale non è eseguita correttamente, seguendo, cioè, tutti gli step appresi durante il training.
    Si può realizzare, infatti, una infezione del peritoneo (peritonite) o della cute vicina al catetere peritoneale;

  • Ernie: il contenere fluidi nell’addome per lunghi periodi può facilitare un “indebolimento” dei muscoli e la formazione di ernie;

  • Incremento di peso: il dialisato contiene zuccheri.
    Se vengono riassorbiti, forniscono calorie aggiuntive che possono condurre ad un incremento di peso.
    Il controllo della glicemia può, quindi, risultare alterato, specialmente in pazienti affetti da diabete;

  • Malnutrizione e perdita di proteine: con gli scambi peritoneali si perdono proteine, specie se la dieta è inadeguata e ne è povera.

Emodialisi: effetti collaterali e complicanze

La dialisi può provocare alcuni effetti collaterali e complicanze più o meno gravi, tra cui:

  • Peritonite. Un effetto collaterale comune della dialisi peritoneale consiste nell’infezione batterica del peritoneo. La peritonite può verificarsi se l’apparecchiatura di dialisi non viene mantenuta correttamente sterilizzata. I pazienti in emodialisi presentano un rischio minore di contrarre l’infezione, ma se questa eventualità si verifica, tende ad essere più grave.

  • Aumento di peso. Il liquido dialitico che viene utilizzato durante la dialisi peritoneale contiene molecole di zucchero, alcune delle quali possono essere assorbite dall’organismo. Questo effetto può determinare un aumento di peso, se non si riduce l’apporto calorico giornaliero con un regime dietetico adeguato eventualmente supportata – sotto consiglio medico – da esercizio fisico regolare.

  • Stanchezza. Una manifestazione indesiderata comune sia all’emodialisi che alla dialisi peritoneale consiste in una persistente sensazione di stanchezza, causata da una combinazione di effetti che la terapia può avere sull’organismo.

  • Anemia. Rappresenta una complicanza comune dell’insufficienza renale cronica, a causa della ridotta secrezione di eritropoietina, un ormone che stimola la formazione di globuli rossi. Restrizioni dietetiche o la perdita di ferro e vitamine attraverso l’emodialisi possono contribuire all’anemia.

  • Indebolimento delle ossa. Se i reni danneggiati non sono più in grado di elaborare la vitamina D, possono verificarsi disturbi del metabolismo del calcio.

  • Prurito. Molte persone che si sottopongono ad emodialisi manifestano prurito della pelle, che spesso è peggiore durante o subito dopo la procedura. Si ritiene che questo effetto sia dovuto ad un accumulo di potassio nel corpo. Evitare alimenti ricchi di potassio può aiutare a ridurre la frequenza e la gravità di questo sintomo.

  • Ipotensione arteriosa. Un calo della pressione sanguigna è uno degli effetti collaterali più comuni dell’emodialisi, in particolare se il paziente è diabetico. L’ipotensione può essere causata dalla caduta dei livelli dei fluidi che si verifica durante la dialisi. Il modo migliore per ridurre al minimo i sintomi della bassa pressione sanguigna (mancanza di respiro, crampi addominali e muscolari, nausea o vomito) è quello di mantenere la quotidiana assunzione di liquidi ai livelli suggeriti dal medico. Se i sintomi di ipotensivi persistono, probabilmente la quantità di fluido utilizzato durante la dialisi necessita di una regolazione.

  • Crampi muscolari. Nel corso di una seduta di emodialisi, alcune persone sperimentano crampi muscolari, di solito nella parte inferiore delle gambe. Questo effetto è dovuto probabilmente alla reazione dei muscoli alla perdita dei liquidi che si verifica durante l’emodialisi. A volte, i crampi possono essere alleviati regolando i fluidi e l’assunzione di sodio tra i trattamenti di emodialisi.

  • Sovraccarico di liquidi. Dal momento che il fluido viene rimosso dal corpo durante l’emodialisi, bere più liquidi di quanto raccomandato fra i trattamenti di emodialisi può causare complicanze potenzialmente letali, come insufficienza cardiaca o accumulo di liquido nei polmoni (edema polmonare).

  • Ipertensione arteriosa. Se si consuma troppo sale o si bevono troppo liquidi, la pressione alta è destinata a peggiorare e ad indurre complicanze a livello cardiaco.

  • Livelli di potassio elevati (iperkaliemia). Il potassio è un minerale che viene normalmente rimosso dal corpo attraverso i reni. Se si assume più potassio di quanto sia raccomandato, il livello può diventare troppo alto e, nei casi più gravi, può causare problemi cardiaci.

  • Amiloidosi. L’amiloidosi dialisi-correlata si sviluppa quando materiale proteico del sangue si deposita su tendini ed articolazioni, causando dolore, rigidità e versamento articolare. La condizione è più comune nei pazienti sottoposti per lungo tempo ad emodialisi (indicativamente più di cinque anni).

  • Infezioni da stafilococco. I pazienti in emodialisi presentano un aumentato rischio di sviluppare un’infezione da Staphylococcus aureus. Il processo di emodialisi può permettere ai batteri di entrare nel corpo dove possono causare una grave infezione invasiva. Questa può diffondersi attraverso il sangue, portando a disfunzione d’organo multipla (sepsi). La sepsi associata ad un’infezione stafilococco invasiva è la seconda causa di morte più comune, dopo le malattie cardiache, in pazienti sottoposti a emodialisi.

Il regime alimentare dei dializzati

Una dieta scrupolosa è davvero in grado di fare la differenza in termini di benessere percepito dal paziente, con l’obiettivo di ridurre il consumo di quegli alimenti in grado di favorire la comparsa di sostanze di rifiuto e tossine, ma soprattutto un pericoloso accumulo di liquidi.

I soggetti sottoposti a dialisi devono seguire una dieta particolare, quelli sottoposti a dialisi peritoneale presentano generalmente una riduzione dell’appetito e perdono proteine nel corso della dialisi. La dieta deve apportare calorie sufficienti (circa 16 calorie per ½ kg di peso corporeo ideale, leggermente di più nei bambini) ed essere relativamente ricca di proteine (circa ½ grammo di proteine per ½ kg di peso corporeo ideale al giorno). Bisogna ridurre l’apporto di sali, sia il comune sale da tavola, che contiene sodio, sia il sale contenente potassio.

Nei soggetti sottoposti a emodialisi, bisogna ridurre il consumo giornaliero di sodio e potassio in misura maggiore. Inoltre, bisogna ridurre il consumo degli alimenti ricchi di fosforo. È necessario limitare l’apporto giornaliero di liquidi nei soggetti con scarsa produzione di urina o con concentrazione ematica di sodio costantemente bassa o in diminuzione. È importante controllare il peso giornaliero per valutarne l’aumento. Un eccessivo aumento di peso che si verifica nell’intervallo tra i trattamenti emodialitici indica un’assunzione eccessiva di liquidi. Generalmente, un eccessivo consumo di liquidi consegue a un apporto esagerato di sodio, che aumenta il senso di sete.

Sono necessari integratori multivitaminici per sostituire i nutrienti persi attraverso l’emodialisi o la dialisi peritoneale. L’assunzione di integratori vitaminici va decisa insieme al medico o al nutrizionista.

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Immagine Paziente dottore

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