I Disturbi dello Spettro Autistico e le misure attuate dalla regione Lombardia


I Disturbi dello Spettro Autistico e le misure attuate dalla regione Lombardia

Il Piano non costituisce un momento di “arrivo”, bensì un punto di partenza: la sua applicazione sarà, infatti, oggetto di attenta valutazione e di costante monitoraggio da parte di Regione.

Il termine disturbo dello spettro autistico identifica un gruppo di disordini del neurosviluppo, a verosimile genesi multifattoriale che presentano le seguenti caratteristiche:
• vengono generalmente riconosciuti entro i primi tre anni di età e tendono a perdurare lungo tutto il ciclo di vita;
• influenzano particolarmente comunicazione e interazione sociale della persona (compromissione, ritardo o atipicità dello sviluppo delle competenze sociali e della comunicazione verbale e non verbale);
• compromettono il comportamento e gli interessi, che possono essere ristretti, ripetitivi, stereotipati;
• inducono una particolare sensibilità agli stimoli sensoriali.

I Disturbi dello Spettro Autistico costituiscono una patologia relativamente recente dal punto di vista delle conoscenze della comunità scientifica internazionale e la mancanza di condivisione di dati certi e di outcome di esito rende particolarmente difficile la programmazione degli interventi e l’organizzazione dei servizi.

Il Piano si prefigge di descrivere in modo approfondito quanto esistente ed attuato in questi anni, con punti di forza e criticità, fornendo indicazioni operative per il futuro sviluppo del modello di presa in carico, secondo il costante progredire delle acquisizioni scientifiche e in ottemperanza alle Linee di Indirizzo nazionali.

Il quadro programmatorio definito da Regione Lombardia per le persone con disturbi dello spettro autistico è contenuto nel primo Piano Operativo Regionale Autismo. Un quadro programmatorio strutturato, unitario e complessivo che trova il suo fondamento metodologico nel porre la persona al centro di ogni riflessione e decisione lungo l’intero arco della sua vita. 

Piano Operativo Regionale Autismo

L’adozione del primo Piano Operativo Regionale Autismo, con DGR n. 5415 del 25 ottobre 2021, rappresenta per Regione Lombardia un traguardo importante e ambizioso che trova il suo fondamento metodologico nel porre la persona al centro di ogni riflessione e decisione lungo l’intero arco della sua vita, secondo una prospettiva integrata bio-psico-sociale, assunta come paradigma di ogni futuro intervento e come chiave di lettura del Piano stesso.

Il Piano, redatto in collaborazione con un gruppo di lavoro composito e altamente qualificato, non costituisce un arrivo, bensì un punto di partenza: l’applicazione del Piano è, infatti, oggetto di attenta valutazione e di costante monitoraggio da parte di Regione, anche attraverso lo stesso gruppo di lavoro.

Il Piano è stato redatto con metodologia fortemente partecipativa, che ha visto ampia collaborazione tra tecnici degli Assessorati Regionali, esperti provenienti dall’ambito dei Servizi pubblici e privati accreditati (di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, di psichiatria, di riabilitazione dell’età evolutiva, semiresidenziali e residenziali per l’età adulta, di pediatria ospedaliera e di base), epidemiologi, rappresentanti di ATS e di ANCI e l’attivo coinvolgimento delle Associazioni dei Familiari.

Il Piano si prefigge di descrivere in modo approfondito quanto esistente ed attuato in questi anni, con punti di forza e criticità, fornendo indicazioni operative per il futuro sviluppo del modello di presa in carico, secondo il costante progredire delle acquisizioni scientifiche e in ottemperanza alle Linee di Indirizzo nazionali.

Finalità principale del Piano è la realizzazione di una rete integrata e interdisciplinare, che faciliti l’individuazione precoce delle persone a rischio, supporti i percorsi di diagnosi differenziale ed il riconoscimento delle eventuali comorbidità e patologie associate, garantisca in modo sostenibile la cura, l’abilitazione e riabilitazione della persona, in base a priorità specifiche e intensità differenziate per fasce d’età e profili di funzionamento.

Il Piano declina per il biennio 2021-2023 obiettivi precisi ed azioni prioritarie, al fine di coordinare l’esistente e implementare le risposte in un’ottica di omogeneità, equifruibilità e sostenibilità di percorsi di cura integrati, garantendo la continuità assistenziale tra i servizi per l'età evolutiva e quelli per l'età adulta, anche attraverso la strutturazione di un network regionale e tenendo costantemente presente il principio di sussidiarietà.

Il Piano sviluppa le seguenti tematiche, ponendone in evidenza criticità e tempistiche per risolverle:

• l‘inquadramento epidemiologico;

• il sistema dell’offerta;

• la diagnosi precoce;

• la presa in carico nelle diverse età della vita: età evolutiva – fase di transizione dall’età evolutiva all’età adulta - età adulta.

La diagnosi estremamente precoce ed il trattamento della casistica in età adulta rappresentano le principali innovazioni da attuare.

Immagine Paziente dottore

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