Le cellule CAR-T sono globuli bianchi appartenenti ai linfociti T. Sono ottenute dal paziente e modificate in laboratorio affinché portino in superficie recettori capaci di riconoscere una specifica proteina presente sulle cellule tumorali.
CAR-T è l’acronimo dell’inglese “Chimeric Antigen Receptor T cell”, ossia “cellule T che esprimono un recettore chimerico per l’antigene”. Le cellule CAR-T sono globuli bianchi appartenenti ai linfociti T.
La terapia basata sulle cellule CAR-T è uno dei grandi successi dell’oncologia degli ultimi anni e la sua introduzione in clinica evidenzia sicurezza favorevole e segni preliminari di efficacia in pazienti affetti da tumori solidi, sia come monoterapia sia in combinazione con un vaccino a mRNA (CARVac). Questa terapia è basata sulla somministrazione non di molecole, ma di cellule vive, capaci di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Le CAR-T richiedono una complessa preparazione che ha inizio con il prelievo di cellule dal sangue del paziente che vengono poi separate dal resto delle cellule sanguigne e del plasma attraverso una tecnica chiamata aferesi, che consente la raccolta dei linfociti del paziente. I linfociti vengono poi spediti nei laboratori deputati al processo di ingegnerizzazione, secondo un rigido protocollo di controllo di qualità.
Una volta in laboratorio, all’interno dei linfociti viene introdotto il recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) capace di riconoscere le cellule tumorali: i CAR-T così ottenuti esprimono sulla propria superficie il recettore che individua l’antigene CD 19, una proteina caratteristica delle cellule del linfoma.
La procedura ha una durata di circa 3-4 settimane, trascorse le quali i linfociti CAR-T possono essere infusi nel sangue del paziente, al fine di attaccare e distruggere le cellule tumorali.
La terapia con CAR-T offre ai pazienti con linfomi aggressivi e con molteplici ricadute, una possibilità ulteriore per provare a controllare la malattia, con un importante aumento della sopravvivenza, e una possibilità di guarigione in circa il 40% dei casi.
Non tutti i pazienti però possono essere candidati a questa terapia e non in tutti i pazienti le CAR-T portano i risultati sperati. È dunque molto importante affidarsi a Centri specializzati in cui i pazienti siano opportunamente selezionati tenendo conto del corretto rapporto rischio/beneficio.
La terapia CAR-T è indicata nei seguenti casi:
pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario a due o più linee di terapia;
pazienti pediatrici e giovani adulti fino ai 25 anni di età con leucemia linfoblastica acuta a cellule B refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o ulteriore recidiva;
pazienti con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL);
pazienti con linfoma a grandi cellule B correlato a virus Epstein-Barr recidivato o refrattario a due o più linee di terapia.
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