Il tumore al seno è la neoplasia più frequente tra le donne, colpisce una donna su otto e rappresenta il 30% di tutte le neoplasie femminili. La prevenzione diventa così la prima vera arma per contrastarlo.
Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 55 mila nuovi casi di tumore al seno, ma grazie ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, di tumore del seno oggi si muore meno che in passato, tanto che la mortalità ha fatto segnare un calo del 6 per cento nel 2020 rispetto agli ultimi 5 anni.
La prevenzione del tumore al seno è l'arma più potente di cui disponiamo oggi - insieme alla ricerca - per sconfiggere e rendere il più innocua possibile questa malattia che colpisce purtroppo molte donne. Fare prevenzione è infatti un impegno che ogni donna deve prendere con se stessa per salvaguardare la propria salute fisica. La prevenzione deve cominciare a partire dai 20 anni di età con controlli annuali del seno eseguiti da uno specialista senologo, affiancati alla mammografia biennale dopo i 50 anni o all'ecografia.
Ci sono diversi modi di fare prevenzione in base all'età e ai diversi momenti della propria vita, tutti però ugualmente importanti, in quanto rappresentano l'unico vero mezzo concreto per contrastare l'insorgere di questa malattia.
Nel corso degli ultimi 20 anni, infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è passata dall'81 all'87%. Un dato confortante che non deve però fare abbassare la guardia.
Sono molte le storie di donne che sono riuscite a farcela e che sono tuttora in grado di vivere una vita normale, nonostante un doloroso faccia a faccia con la malattia.
Ci sono alcuni semplici modi di fare prevenzione che può mettere in pratica la stessa donna da sola, nella sua quotidianità. Questi riguardano soprattutto corretti stili di vita e comportamenti virtuosi che aiuterebbero a vivere una vita migliore sotto diversi punti di vista, abbassando drasticamente le possibilità di contrarre un tumore.
Ecco i principali:
- smettere di fumare;
- consumare poco alcol;
- fare attività fisica con regolarità;
- scegliere un'alimentazione ricca di verdure e povera di grassi animali e zuccheri.
La seconda fase della prevenzione prevede l'autopalpazione del seno. Sarebbe bene effettuarla con regolarità, almeno una volta al mese, cercando di farla coincidere con il momento successivo al ciclo mestruale. Da evitare invece i giorni immediatamente precedenti al mestruo, in cui i seni tendono a gonfiarsi e ad essere più duri, rendendo impossibile uno screening fai da te accurato e veramente attendibile.
Per la prevenzione del cancro gli esami di controllo periodici sono importanti, ma anche uno stile di vita salutare contribuisce a ridurre il rischio di ammalarsi. In particolare si stima che adottare abitudini più sane possa evitare la comparsa di un cancro su tre.
Per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione le regole da adottare sono molto semplici e riguardano in modo particolare: alimentazione, esercizio fisico, abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol.
Non occorrono grandi sforzi: basta porre un po' di attenzione a ciò che si mangia e cercare di non condurre una vita troppo sedentaria.
Mantenere il peso forma non è solo un'esigenza estetica, ma anche e soprattutto una scelta di salute contro l'insorgenza di molti tumori. Per esempio, un buon metodo per ridurre il rischio di tumore consiste nel seguire la tradizionale dieta mediterranea. Peraltro un'alimentazione sana ed equilibrata aiuta anche a prevenire le malattie cardiovascolari e a vivere una vecchiaia in piena forma. Oltre alla qualità del cibo conta anche la quantità: è importante non eccedere con le calorie introdotte che devono essere calcolate in base all'età, al peso, al tipo di attività svolta e a diversi altri parametri personali.
Non bisogna essere atleti per ridurre il rischio di cancro: basta svolgere un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno e per almeno cinque giorni alla settimana. Questo tipo di attività può includere, per esempio, una passeggiata nel parco o la scelta di salire le scale a piedi piuttosto che usare l'ascensore o muoversi in bici e non in macchina.
Nel caso dell’alcol i dati parlano chiaro: le donne che consumano 2-3 bevande alcoliche al giorno hanno un rischio di tumore del seno del 20 per cento più alto rispetto a quelle che non consumano alcol. In genere per bevanda alcolica si intende una quantità di alcol pari a 12 grammi, quella contenuta in una lattina di birra da 33 cl, un bicchiere di vino da 125 ml o un bicchierino di superalcolico da 40 ml. Da non dimenticare il fatto che l’abuso di bevande alcoliche aumenta anche il rischio di molti altri tumori: dal fegato allo stomaco, dalla bocca all’esofago.
Oltre a questa prevenzione di primo livello, se così possiamo chiamarla, che ci vede impegnati in prima persona, vi è un altro tipo di prevenzione di importanza fondamentale che non deve essere trascurata in alcun modo. Si tratta di visite specialistiche mirate a cui sottoporsi con una certa scadenza, in base all'età, al proprio caso specifico e a eventuali fattori di familiarità.
Tutti i senologi consigliano ormai di sottoporsi a una visita senologica almeno una volta ogni anno a partire dai 20 anni. Perchè così presto? Perchè non sono più soltanto le donne oltre i 50 anni ad essere esposte a questo tipo di malattia.
L'incidenza del tumore al seno è salita anche perchè tende a presentarsi prima, e per questo motivo i senologi consigliano di cominciare a controllare il seno con autopalpazione e visite senologiche tra i 20 e i 30 anni di età. In genere, in questa fascia d'età, si tende a tenere bassa la guardia, poichè si pensa che il tumore al seno sia una patologia che colpisce in età più avanzata, ma come abbiamo visto, ci si sbaglia. Diffondere una cultura della prevenzione consapevole a 360° è fondamentale per sensibilizzare anche le più giovani sulla questione ed educarle a prendersi cura di sè sin dalla tarda adolescenza.
A queste età è possibile eseguire un'ecografia al seno durante il normale controllo annuale dal senologo. E' importante però mantenere una frequenza annuale, nonostante la giovane età, soprattutto se vi sono casi di familiarità.
A partire dai 40 anni il senologo raccomanda la visita senologica semestrale ed iniziare a sottoporsi a una mammografia con frequanza biennale, ma sempre nel caso in cui ci fossero casi di familiarità o ereditarietà, è bene sottoporvisi anche a partire da una fascia d'età più giovane e con una frequenza maggiore. Gli esami di prevenzione vanno infatti applicati al proprio caso a alla propria esperienza personale e di vita. A partire dalla menopausa invece, è fondamentale ricorrere a una mammografia con cadenza annuale. La frequenza dei controlli periodici diventa poi più alta e ancora più fondamentale nei casi di ereditarietà o familiarità diretta.
Innanzitutto è bene distinguere tra ereditarietà e familiarità.
Nel primo caso, ereditarietà, si intendono mutazioni che riguardano un gene collegato con l'insorgenza di una patologia, trasmesse dai genitori ai figli. Nel caso della familiarità, invece, la presenza nei propri consanguinei di più casi di una certa malattia non necessariamente riconducibili a un singolo gene. Perchè si possa parlare di vera familiarità sono necessari almeno due casi di parenti diretti (madri e sorelle) affetti.
Se la questione familiarità è più facile da indagare, quella relativa all'ereditarietà necessita di un approfondimento. Sono circa il 5-7% i tumori al seno di carattere ereditario, un quarto dei quali è caratterizzato dalla presenza di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2. Prima di fare un test, per sapere se si è portatori di questi geni, è necessario sostenere un colloquio con un genetista medico che valuterà l'albero genealogico e la situazione della persona interessata. Essere portatori di questi geni non significa però sviluppare con certezza in futuro un tumore mammario, ma avere una maggiore probabilità di farlo. In base ai risultati ottenuti a seguito del colloquio, il genetista stesso valuterà la periodicità con cui sarà necessario sottoporsi agli esami clinici preventivi.
E' stato dimostrato che allattare al seno rappresenta una strategia di prevenzione naturale in grado di portare benefici non solo al bambino, ma appunto anche alla madre. L'allattamento esercita infatti un blocco sulla produzione degli ormoni femminili, diminuendo così del 5% circa il rischio di sviluppare un cancro al seno.
Inoltre, dimezzerebbe il rischio di contrarre un tumore in chi è geneticamente sensibile a questo tipo di patologia. Infatti, tra le donne con mutazione di gene BRCA1 si è osservata una riduzione del rischio pari al 45% per quelle che hanno allattato. Infine per le donne con sola familiarità, la riduzione del rischio arriva fino al 59%.