Le fratture da stress si sviluppano quando un ripetuto carico di peso supera la capacità di muscoli di supporto e tendini di assorbire lo stress e ammortizzare le ossa.
Viene definita frattura da stress quando una piccola e incompleta lesione dell'osso viene causata da ripetute sollecitazioni che determinano un carico eccessivo sulla parte interessata. E' conosciuta anche come frattura dello sportivo, perchè spesso viene riscontrata nell’attività sportiva agonistica o in allenamenti intensi e ripetuti senza essere causata da un trauma.
Le parti più frequantemente colpite sono le ossa degli arti inferiori e dei piedi. Vi sono due tipi di fratture da stress, quella da fatica o da insufficienza.
Nel primo caso si verifica in un osso sano, cioè con normale elasticità e contenuto minerale; la seconda può considerarsi una frattura patologica, cioè effetto di una patologia pre-esistente, quasi sempre rappresentata da una riduzione del contenuto calcico dell’osso con relativa dimunuzione dell’elasticità e resistenza del distretto scheletrico.
Tra i possibili fattori di rischio per una frattura da stress rientrano quelli legati le caratteristiche ambientali o comunque indipendenti dalle condizioni fisiche dell’individuo come:
Altri fattori di rischio dipendono da fattori soggettivi:
I sintomi delle fratture da stress non sono specifici, e questo spiega spesso il loro ritardo diagnostico. Dolore localizzazto, gonfiore e tumefazione sono le caratteristiche più frequenti: il dolore, inizialmente lieve e diffuso, è generalmente accentuato dal carico e dall’attività fisica, fino a diventare presente anche a riposo se la frattura non viene riconosciuta. Se la frattura da stress non viene trattata in fase precoce, il dolore può diventare intenso e vi è anche il rischio che la frattura possa spostarsi (l'osso fratturato si sposta fuori dal normale allineamento).
L'ortopedico eseguirà un esame fisico verificando, al momento della palpazione, la presenza di dolore, che è il sintomo più evidente nel sito della frattura, potrà avvertire sempre al tatto, anche un inspessimento dovuto alla formazione di un callo osseo nelle fratture di lunga durata.
La radiografia è il primo esame richiesto, talvolta, però l’osso appare normale e le piccole fissurazioni non sono visibili a meno che la frattura non sia già in corso di guarigione (infatti, quando l'osso inizia a guarire, forma un callo, visibile ai raggi X).
Sospettando una frattura da stress lo specialista potrà richiedere esami strumentali più sensibili come: la Risonanza magnetica (RM), che fornisce immagini molto dettagliate della lesione, inoltre non utilizza radiazioni, richiede tempi di esecuzione inferiori ad altri test di imaging ed è in grado di diagnosticare diversi tipi di problemi ossei e / o dei tessuti molli. La Scintigrafia ossea è una tecnica più sensibile della radiologia tradizionale e permette di individuare lesioni anche molto piccole non rilevabili con altri esami. Consiste nella somministrazione, per via endovenosa, di isotopi radioattivi in grado di fissarsi sull’osso e sulle aree in cui l’osso si è calcificato. L'area interessata apparirà più scura rispetto a un distretto non leso.
Il trattamento delle fratture da stress è nella maggior parte dei casi conservativo, con esclusione di alcuni tipi di fratture dove bisogna ricorrere alla chirurgia (ad esempio quella a livello del collo del femore). Prima di tutto è fondamentale il riposo e, se interessato un segmento dell’arto inferiore, ovviamente lo scarico del peso, utilizzando le stampelle. Per la guarigione e il pieno recupero, di solito si prevedono mediamente da 4 a 6 settimane. La variabilità è principalmente legata al fatto che non tutte le fratture da stress vengono diagnosticate nella stessa fase, talvolta quando sono già in fase di guarigione.
In base all’entità del danno il trattamento si divide in 2 step:
1° Step: con somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei per ridurre il dolore e l’edema, con il consenso medico, chinesiterapia e terapie fisiche associate a esercizi fisici non traumatici quali: nuoto, ciclismo e corsa in acqua.
2° Step: trascorse circa 2-3 settimane, se il paziente non avverte più dolore, può iniziare un’attività di rinforzo dell’articolazione e ritornare all’attività sportiva.
Nei casi in cui la frattura da stress è di grado severo, si ricorre all’utilizzo del gesso, tutori o tutori gessati per circa 6-8 settimane al massimo. Per non pregiudicare la tonicità muscolare si può praticare bici o nuoto, per valutare la progressione della guarigione si eseguono esami di controllo. Anche un regime alimentare con adeguati apporti di calcio e Vitamina D può essere di aiuto. Nei casi più gravi si ricorre all’intervento chirurgico per riallineare le ossa metatarsali.
La riabilitazione è molto importante per ridurre i tempi di ripresa e soprattutto per evitare le complicanze di una pseudoartrosi. Le terapie fisiche utilizzate sono magnetoterapia e Tecar. Per ridurre l’infiammazione, può essere di aiuto anche l’applicazione di ghiaccio. Per accertarne la guarigione, la frattura, deve essere monitorata con i suddetti esami strumentali.
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