Il 12 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la Polmonite.


Il 12 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la Polmonite.

La polmonite è una patologia infiammatoria che colpisce i polmoni e il sistema respiratorio; generalmente è determinata da infezioni batteriche (20-60% dei casi) e virali, mentre più rari sono i quadri di polmoniti fungine o causate da parassiti.

Instituita nel 2009 da Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità, la Giornata mondiale contro la polmonite ha l’intento di evidenziare la gravità della patologia e di migliorarne il trattamento e la profilassi, soprattutto in quei paesi in via di sviluppo, dove è ancora causa di elevata mortalità. Il 12 novembre 2022 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Polmonite (World Pneumonia Day), una patologia infettiva che a livello globale determina il più alto numero di morti. Quest’anno la Giornata Mondiale della Polmonite avviene in concomitanza con la Conferenza sul Cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26) che si sta tenendo a Glasgow. L’inquinamento ambientale contribuisce in maniera sostanziale ad aumentare i gravi rischi della polmonite. Sono i pazienti fragili, in età infantile e in età avanzata in particolare, ad essere più esposti ai rischi più elevati. E sono i Paesi più poveri a pagarne il costo più alto: il 90% delle morti per polmoniti avviene in questi paesi.
La giornata vuole essere un'occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica circa il crescente diffondersi delle malattie respiratorie e il loro pesante impatto sulla vita delle persone, nonché promuovere la prevenzione e la diagnosi di queste patologie.

Cos'è la Polmonite?

La polmonite è un’infezione dei polmoni che può interessarne uno o anche entrambi. Questa malattia porta ad un’infiammazione del polmone, con accumulo di liquidi e cellule infiammatorie negli spazi alveolari dove normalmente avviene la respirazione. Questo impedisce che avvengano i normali scambi polmonari che fanno entrare l’ossigeno e allontanare l’anidride carbonica. La polmonite può essere di diversa gravità: dalle forme lievi simili all’influenza, sino alle forme gravi con insufficienza respiratoria (quando i polmoni non riescono più a svolgere in maniera adeguata la loro funzione per garantire l’ossigeno all’organismo) e talvolta anche mortale. L’evoluzione della patologia è legata a diversi fattori: dall’età, alle patologie respiratorie preesistenti, alle concomitanti altre patologie e alle cause dell’infezione. Il batterio più comunemente implicato è lo Pneumococco e il virus che si riscontra più facilmente è quello influenzale. Per entrambi gli agenti infettivi sono disponibili efficaci vaccinazioni (anti pneumococcica e antiinfluenzale), altamente raccomandate negli anziani e soggetti a rischio (ad esempio con patologia respiratorie o cardiologiche).

La polmonite, che nei paesi occidentali colpisce con maggiore violenza soprattutto i bambini, si verifica quando un batterio o un’infezione virale causa infiammazione e danni significativi al tessuto polmonare, riempiendo il parenchima di fluidi, che impediscono il fisiologico movimento della respirazione.
Negli ultimi due anni, è stata molto significativa la correlazione della patologia con l’infezione da Sars-Cov2, che ha determinato un’insorgenza insolitamente aggressiva della malattia, con il caratteristico coinvolgimento di entrambi i polmoni.Tuttavia, però, la polmonite non è solo da Covid: indipendentemente dal legame con il virus, infatti, la patologia di presenta più frequentemente nei bambini e negli adulti anziani o comunque immunodepressi. 

La Giornata Mondiale contro la Polmonite è, quindi, l’occasione adatta per sensibilizzare cittadini e famiglie sull’importanza della prevenzione e sul ruolo fondamentale che, ancora una volta, hanno i vaccini. Va mosso, dunque, un nuovo appello, ai singoli, a tutte le istituzioni e i governi per avviare ingenti iniziative per combattere la patologia e le sue conseguenze.
Resta il dato saliente della pandemia da Covid che causa soprattutto una polmonite intestiziale bilaterale con un quadro iperinfiammatorio multiorgano che da gennaio del 2020 ha causato nel mondo circa 5 milioni di decessi e di questi oltre 130 mila in Italia.

Immagine Paziente dottore

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