L’asma grave: un'infiammazione cronica delle vie respiratorie


L’asma grave: un'infiammazione cronica delle vie respiratorie

Nel nostro Paese a soffrire di asma sono quattro milioni e mezzo di persone. L’attuale prevalenza media stimata in Italia è del 6.6%. I pazienti con asma grave rappresentano una piccola quota degli asmatici, circa il 10%.

L’asma grave è una forma di asma che necessita di livelli massimali di terapia con cortisonici e broncodilatatori per essere controllata e presenta sintomi persistenti che tendono a manifestarsi frequentemente, nonostante i trattamenti a cui i pazienti sono sottoposti.

Sebbene l’asma grave presenta sintomi simili all’asma lieve, quindi respiro sibilante e difficoltoso, tosse stizzosa, costrizione alla gola e percezione di oppressione toracica, la sostanziale differenza sta proprio nei sintomi che si manifestano per tutta la giornata e interferiscono con le attività della vita quotidiana in modo eccessivo. 

L’asma grave è una malattia complessa da gestire e fortemente sotto-diagnosticata per un approccio spesso non corretto e tardivo che comporta un uso improprio di farmaci, un conseguente peggioramento per scarso controllo della malattia ed un ritardo nell’invio del paziente ad un centro specialistico.

La prevenzione dei fattori di rischio modificabili è soprattutto relativa a:

  • Evitare l'esposizione al fumo di tabacco.

  • In caso di allergie alimentari documentate, evitare tali alimenti.

  • Prima di prescrivere farmaci anti-infiammatori non steroidei, inclusa l'aspirina, sincerarsi con il paziente se asmatico.

  • Praticare regolarmente un'attività fisica perché ne beneficia la salute in generale. Chiedere però al medico a quali esercizi fare attenzione perché alcuni possono indurre broncospasmo.

  • Curare rinosinusite e poliposi nasale, presente nel 50% dei casi di asma severo.

  • Curare la rinocongiuntivite allergica, presente nel 70% dei casi di asma severo.

  • Ridurre il peso corporeo in caso di obesità, presente nel 37% dei casi di asma severo. Già una perdita del 5-10% del peso corporeo può migliorare il controllo dell'asma.

  • Curare il reflusso gastroesofageo, presente nel 17-74% dei casi di asma severo.

  • Curare l'ansia e la depressione, presente nel 4-17% dei casi di asma severo.

Le causa dell'asma grave

Dietro all'insorgenza dell’asma ci possono essere numerose ragioni e può essere complesso arrivare a definire una causa scatenante prima. I meccanismi sono infatti complessi e possono derivare da diversi elementi, tra cui genetica e fattori esogeni (come gli allergeni, che provocano l'asma allergico, e/o sensibilizzanti professionali, delle sostanze presenti in ambiente lavorativo che provocano l'asma professionale, e/o farmaci, tra cui antinfiammatori non steroidei (FANS), beta-bloccanti, tartrazina e solfiti).

Nel 50-70% dei pazienti con asma grave, è stata inoltre riscontrata un’infiammazione di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a determinati fattori scatenanti (per esempio allergeni, virus o batteri) e la conseguente attivazione di una cascata infiammatoria. Nei pazienti con asma grave si riscontrano infatti alti livelli di immunoglobuline E (IgE), anticorpi capaci di attivare l’infiammazione bronchiale allergica, e di "eosinofili", un particolare tipo di globuli bianchi con un ruolo di difesa contro alcuni parassiti e contribuiscono alla risposta infiammatoria delle malattie allergiche. Individuare la presenza di IgE e di eosinofili, permette al medico specialista di inquadrare la patologia al meglio e di individuare la terapia più indicata per questi casi.

Terapia farmacologica

I farmaci inalatori per la terapia dell’Asma Grave appartengono a tre classi farmacologiche ed esplicano la loro azione legandosi a diversi recettori:
ICS (inhaled corticosteroid–cortisonico inalatorio a lunga durata d’azione) che nell’Asma Grave viene utilizzato ad alte dosi;
LABA (long acting beta-adrenoceptor agonists–β2 agonisti a lunga durata d’azione);
LAMA (long acting muscarinic agonists–antimuscarinico/anticolinergico a lunga durata d’azione); di questi farmaci elencati gli ICS sono farmaci ad azione antiinfiammatoria, i LABA e i LAMA sono dei farmaci broncodilatatori.
Ai farmaci inalatori si aggiunge un farmaco antiinfiammatorio che si assume per bocca e che fa parte della classe degli antileucotrieni e si fa ricorso al cortisone per via sistemica (OCS).
La nuova prospettiva della terapia dell’Asma Grave è data dai farmaci biologici, che si utilizzano in due forme di Asma Grave: allergica con alti livelli di IgE nel sangue e ipereosinofilica (con alti livelli di eosinofili nel sangue).
In tutti i casi di Asma e quindi anche nell’Asma Grave deve essere utilizzato al bisogno il broncodilatatore a rapida insorgenza di azione salbutamolo.
Per tutti i pazienti asmatici e quindi anche nell’Asma Grave devono essere identificate e trattate le comorbilità (rinosinusite, rinorrea posteriore, reflusso gastroesofageo sono le più comuni).

La terapia biologica monoclonale

Negli ultimi decenni, la scienza ha fatto grandi passi nel trattamento delle forme più severe di asma. In determinati pazienti, non responsivi alla terapia inalatoria già ad alto dosaggio, con compromissione della qualità di vita e frequenti crisi respiratorie, è possibile avviare il trattamento con i farmaci biologici, ossia gli anticorpi monoclonali, che agiscono direttamente sul sistema immunitario, inibendo i meccanismi alla base del mantenimento e della degenerazione dell’asma grave. Si tratta di una terapia sottocutanea che inizialmente viene somministrata in ospedale ma che può successivamente essere effettuata al domicilio, con una cadenza che varia da una somministrazione ogni 14 giorni a una ogni 8 settimane, in relazione alla tipologia di farmaco scelto.

L’asma è una patologia cronica e, dunque, non è possibile ottenere una completa guarigione. Tuttavia, la terapia biologica ci permette di avere un controllo della sintomatologia tale da ridurre notevolmente il numero di riacutizzazioni, avere un effetto positivo sulla qualità della vita e sulla riduzione dei sintomi, che risultano meno impattanti, al punto da poter raggiungere quella che viene definita remissione clinica.

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