Dipendenza da gioco d'azzardo: fattori di rischio e diagnosi


Dipendenza da gioco d'azzardo: fattori di rischio e diagnosi

La stragrande maggioranza delle persone dipendenti dal gioco d’azzardo sembra ricercare in tale pratica l’avventura e l’eccitazione che vengono soddisfatte puntando cifre di denaro sempre più elevate.

La dipendenza dal gioco d'azzardo è una patologia comportamentale che ha le sue radici nella sfera psicologica. Si manifesta con un desiderio irrefrenabile di giocare ripetutamente, di scommettere su ogni cosa, a dispetto dei rischi che si celano dietro tale comportamento e nonostante la volontà iniziale di non arrendersi all'azzardo. L’impulso a giocare diventa così forte che la tensione può essere alleviata solo attraverso ulteriore gioco. La vita per il giocatore compulsivo diventa così impossibile e compromette in modo spesso irrimediabile molti livelli della sua esistenza: famiglia, lavoro, amicizie.

FATTORI DI RISCHIO

Chiunque può ammalarsi di dipendenza da gioco, tuttavia la comparsa di tale disturbo è più frequente in:

  • Chi soffre di altri disturbi dell'umore o del comportamento. Classici esempi sono le persone che abusano di sostanze o le persone affette da ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività)

  • Persone di mezza o giovane età.

  • Soggetti di sesso maschile. Le donne cominciano a giocare più tardi rispetto agli uomini.

  • Persone con familiari dipendenti dal gioco d'azzardo.

  • Persone che assumono alcuni farmaci per il Parkinson e la sindrome delle gambe senza riposo. I medicinali incriminati sono alcuni agonisti della dopamina.

  • Persone con determinati caratteri. Sono particolarmente inclini a sviluppare la dipendenza da gioco le persone molto competitive, le persone che tendono ad avere manie e i soggetti inquieti.

Diagnosi

Secondo il DSM-5, una persona è affetta da dipendenza da gioco se soffre o rientra in 4 o più delle seguenti situazioni:

  • Il soggetto avverte il bisogno di rischiare grosse somme di denaro, soprattutto per l'eccitazione che tale rischio comporta.

  • Il soggetto è inquieto e irritabile ogniqualvolta non ha la possibilità di giocare.

  • Il soggetto tenta, senza successo, di controllare o interrompere il vizio del gioco.

  • Il gioco d'azzardo rappresenta, per il soggetto, la sola preoccupazione della vita (è cioè un pensiero ricorrente).

  • Il soggetto è portato a giocare soprattutto nei momenti di maggiore stress e tristezza.

  • Le perdite al gioco rappresentano un motivo per giocare nuovamente.

  • Il soggetto racconta bugie per nascondere il vizio del gioco.

  • A causa del gioco, risultano fortemente compromesse le relazioni interpersonali, l'attività lavorativa, la carriera scolastica e le finanze.

  • Il soggetto chiede in prestito del denaro, per poter giocare e affrontare i debiti di gioco.

Gioco d'azzardo: giocati 107 miliardi di euro

Nel 2018 gli italiani si sono giocati 107miliardi di euro, nel 2020 il volume complessivo di gioco ha raggiunto gli 88,38 miliardi di euro, il 17,3% in meno rispetto al 2018. Una cifra consistente che colloca il nostro paese ai primi posti in Europa e nel mondo rispetto al gioco d'azzardo. Sono giochi d'azzardo, illegali per i minori, Slot e VLT, lotterie, lotterie istantanee, scommesse sportive, giochi da casinò, bingo, giochi d'azzardo online, ossia tutti quei giochi il cui scopo  è ottenere un premio in denaro o altro bene, in cui devi rischiare ciò che hai puntato e non puoi ritirarti, in cui l'esito, vincita o perdita, dipendono totalmente o prevalentemente dal caso e non dall'abilità.

Con un apparecchio ogni 143 abitanti l'Italia, tra l'altro, è anche al primo posto in Europa per distribuzione di Slot e VLT. Como è al quarto posto in Italia per spesa pro-capite in giochi d'azzardo e al quarto posto in Lombardia per soldi giocati pro-capite in slot. Proiettando i dati nazionali, in provincia di Como potrebbero esserci 180mila residenti che hanno giocato negli ultimi 12 mesi, 40mila giocatori a rischio basso o moderato, 15mila giocatori problematici, 1/3 dei quali a rischio severo, 10mila studenti tra i 15 e i 19 anni che hanno giocato nell'anno, 3.900 studenti tra i 15 e i 19 anni giocatori a rischio, 2mila studenti tra i 15 e i 19 anni giocatori problematici, 6.700 minori tra i 14 e i 17 anni che hanno giocato nell'anno (23%), 450 minori giocatori a rischio o già problematici (3,5%).

Gioco d'azzardo: i dati presentati all'Ospedale Sant'Anna

Sono alcuni dei dati presentati nell'auditorium dell'ospedale Sant'Anna, in occasione del Convegno "Il paziente con disturbo da gioco d'azzardo. Integrazione ospedale-territorio per la presa in carico precoce nei servizi di cura Sert". L'evento formativo è stato organizzato da Asst Lariana attraverso la Uoc Dipendenze, diretta da Raffaella Olandese, che afferisce al Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, diretto da Carlo Fraticelli.

"Si tratta di un fenomeno che causa grave problematiche sociali - ha sottolineato il direttore socio sanitario di Asst Lariana, Raffaella Ferrari - e che va affrontato come un disturbo clinico. Per questi motivi è importante che anche il personale che opera in ospedale sappia come riconoscere e quindi informare questi soggetti e i loro familiari. Da non sottovalutare poi è l'allarme che vede i giovani al centro di queste problematiche e l'importanza quindi di interventi precoci".

"La legalizzazione, la grande diffusione e la facile accessibilità soprattutto negli ultimi 15 anni - ha osservato Raffaella Olandese, responsabile scientifica del convegno - hanno portato ad un gioco eccessivo e problematico, ad un importante problema di salute pubblica e a un grande rischio di sviluppo di una grave patologia di dipendenza".

E ancora: "Il giocatore d'azzardo patologico nella rincorsa compulsiva della vincita distrugge la propria vita sociale, economica, familiare, lavorativa compromettendo la propria salute, con un rischio di suicidio conseguente che è quattro volte superiore a quello della popolazione generale".

Ai danni provocati dalla malattia, perché di patologia si tratta e non di un vizio, vanno aggiunti i disturbi fisici e psicologici che colpiscono i familiari del giocatore. Alla relazione della dott.ssa Olandese sono seguiti gli interventi del dott. Carlo Fraticelli, della dott.ssa Daniela Capitanucci, psicologa, socia fondatrice di And-Azzardo e Nuove Dipendenze, del dott. Maurizio Avanzi, responsabile della Uo Ser.D.P. di Levante-Ponente Ausl di Piacenza, della dott.ssa Alessandra Bassi, counsellor formatore della cooperativa L'Arco di Piacenza e la dott.ssa Fausta Fagnoni, counsellor educatrice professionale dell'associazione La Ricerca di Piacenza (L'Arco e La Ricerca coordinano, in Emilia Romagna, "Iceberg" un progetto regionale "per fronteggiare insieme l'azzardo, per far emergere ciò che non si vede ma si vive").

Il convegno era rivolto a medici ospedalieri e dei servizi territoriali, medici di medicina generale, pediatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri. Nell'ambito del piano di intervento della cura del gioco d'azzardo patologico promosso da Regione Lombardia e poi progettato e attuato da Asst Lariana.

"Molte sono le persone che avrebbero bisogno di avvicinarsi ai servizi di cura e nei Sert vediamo solo la punta dell'iceberg di un più vasto e importante problema sanitario e sociale - ha concluso Olandese - Uno dei nostri obiettivi sarà rafforzare il collegamento tra l'ospedale e i servizi territoriali per diffondere la consapevolezza del disturbo da gioco d'azzardo come patologia curabile e facilitare l'accesso all'offerta dei servizi presenti". 

FONTE: Azienda Socio Sanitaria Territoriale Lariana



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