L'allergia alimentare è una malattia con elevato impatto sulla qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti e dei loro familiari, con costi sanitari rilevanti per l’individuo e per il Sistema Sanitario Nazionale.
Le allergie alimentari sono la risposta difensiva del nostro sistema immunitario verso una specifica proteina alimentare che viene riconosciuta come nociva e si verifica dopo aver consumato un determinato cibo. E' in continuo aumento la schiera di italiani allergici a sostanze presenti negli alimenti, saliti secondo le ultime stime a più di duemilioni, mentre in Europa si arriva a circa 20 milioni e in Italia si registrano 40 morti all'anno.
I sintomi causati da un'allergia alimentare e il loro grado di gravità variano da persona a persona e possono comparire da pochi minuti ad alcune ore dopo aver mangiato l'alimento verso cui si è allergici.
I sintomi più comuni dell'allergia alimentare includono:
formicolio o prurito in bocca
orticaria, eczema e prurito
gonfiore delle labbra, del viso, della lingua, della gola o di altre parti del corpo
difficoltà a respirare (dispnea), congestione nasale
dolore addominale, diarrea, nausea o vomito
vertigini, stordimento o svenimento
Nei casi di allergia alimentare estremamente grave si può scatenare uno shock anafilattico, una reazione allergica caratterizzata da disturbi cardiorespiratori che peggiorano rapidamente fino a portare alla morte. I segnali dello shock anafilattico sono, in genere, rappresentati dal peggioramento dei comuni sintomi dell'allergia fino ad arrivare a:
gola gonfia e difficoltà a respirare per restringimento o chiusura delle vie aeree
improvviso calo della pressione arteriosa
aumento del battito del cuore (tachicardia)
vertigini, stordimento, svenimento
Se compaiono i sintomi dello shock anafilattico è necessario telefonare immediatamente al numero unico di emergenza (112).
Il 90% delle allergie alimentari è causato da allergeni contenuti nei seguenti alimenti:
latte;
uova;
pesce;
crostacei;
molluschi;
frutta a guscio (come arachidi, nocciole, pistacchi);
cereali;
soia;
sedano;
lupini;
semi di sesamo;
buccia di molti frutti (in particolare mele, ciliegie, albicocche e pesche).
Non è chiaro il motivo per cui alcuni soggetti sviluppino una o più allergie, ma è possibile individuare alcuni fattori di rischio che possono aumentare il rischio di svilupparle. Si è tuttavia osservato che negli ultimi decenni i casi di allergia (di ogni tipo) sono aumentati significativamente, e si fanno a tal proposito diverse ipotesi, tra cui:
i drastici cambiamenti alimentari introdotti negli ultimi 30-40 anni,
l’aumento eccessivo delle condizioni igieniche in cui cresce il bambino in casa, che non gli permette di esporre in modo sufficiente il sistema immunitario a minacce, reali e non.
Tra i fattori di rischio per le allergie alimentari ricordiamo:
Precedenti famigliari. Il rischio di soffrire di allergie alimentari aumenta se in famiglia sono presenti altri disturbi allergici (asma, eczema, l’orticaria, rinite allergica), ma non è detto che la forma sviluppata sarà la stessa.
Precedenti personali. I bambini che soffrono di dermatite atopica sono associati a un rischio leggermente aumentato di sviluppare allergie alimentari.
Altre allergie. Se siete già allergici a un alimento, il rischio di diventare allergici a un altro alimento aumenta. Analogamente, se già soffrite di un altro tipo di allergia, come la rinite allergica, il rischio di soffrire di allergie alimentari è maggiore.
Età. Le allergie alimentari sono frequenti soprattutto tra i bambini, specie tra i neonati e i bambini piccoli. Crescendo, l’apparato digerente si sviluppa e diminuisce la capacità dell’organismo di assorbire alimenti o ingredienti che scatenano le allergie. Per fortuna i bambini guariscono spontaneamente dalle allergie al latte, alla soia, al grano e alle uova. Le allergie più gravi e quelle alla frutta a guscio e ai crostacei hanno maggiori probabilità di continuare per tutta la vita.
In alcune persone le reazioni allergiche a un alimento sono indotte dall’esercizio fisico; per cercare di prevenire questo problema è opportuno non mangiare nelle due ore precedenti lo sforzo ed evitare determinati alimenti, in quanto alcuni soggetti si troverebbero anche a rischio di shock anafilattico.
Non esiste un test standard per confermare o escludere la presenza di una allergia alimentare.
La descrizione dei sintomi, la presenza di allergie alimentari in famiglia, un approfondito esame fisico che porti a escludere o individuare altri problemi potranno aiutare il medico nella diagnosi. Indispensabile, poi, sarà la sottoposizione ai test per le allergie. Tra questi ci sono:
Prick test: la cute viene perforata da un ago per consentire la penetrazione dell'allergene: se dopo 20 minuti intorno al punto dell'iniezione si genera un ponfo rosso e caldo significa che il soggetto è sensibile.
Rast test o test di radio-allergo-assorbimento: è un esame del sangue in grado di misurare la risposta del sistema immunitario a determinati alimenti controllando la quantità nel sangue delle immunoglobuline E (o IgE).
Prick by prick: si basa sull'impiego diretto dell'alimento ritenuto allergizzante.
Può inoltre essere proposta al paziente anche una dieta "a eliminazione" di alcuni alimenti che, dopo un certo periodo di tempo, verranno reintrodotti uno alla volta, dando la possibilità al medico di collegare la sintomatologia a specifici cibi.
L’unico modo certo per evitare le reazioni allergiche è evitare gli alimenti che provocano i sintomi ma, nonostante tutte le precauzioni, potreste comunque entrare in contatto con l’alimento che provoca una reazione. In questi casi sono fondamentalmente due gli approcci necessari, a seconda della gravità dei sintomi.
Per le reazioni di lieve intensità gli antistaminici disponibili in farmacia con o senza ricetta possono aiutare ad alleviare i sintomi. Questi farmaci possono essere assunti dopo l’esposizione a un alimento che provoca l’allergia per alleviare il prurito o l’orticaria, però non sono in grado di curare le reazioni allergiche più gravi, per cui potrebbe essere necessario il cortisone e/o l’adrenalina.
Per le reazioni allergiche gravi potreste aver bisogno di farvi o farvi fare un’iniezione di emergenza di epinefrina (adrenalina) e di andare immediatamente al pronto soccorso.
L’adrenalina è in grado di contrastare l’effetto dell’istamina sulla dilatazione dei vasi responsabile del calo di pressione e di altri sintomi, come ad esempio le difficoltà respiratorie.
Nel caso di reazione grave procedere immediatamente alla somministrazione del farmaco, ma portare comunque il paziente in Pronto Soccorso immediatamente perchè potrebbero essere necessarie ulteriori dosi e assistenza ospedaliera.
Molte persone che soffrono di allergie portano sempre con sé un autoiniettore: questo dispositivo è una specie di siringa con un ago a molla che inietta una dose singola di farmaco se premuto contro i fianchi.
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