I cibi ultraprocessati sono tutti quegli alimenti che hanno subito numerose trasformazioni industriali e tra i cui ingredienti compaiono, ad esempio, zuccheri aggiunti, grassi idrogenati e additivi come addensanti e coloranti.
E' stato ampiamente dimostrato da evidenti ricerche in campo medico sanitario, quanto il consumo di alimenti o ingredienti ultraprocessati sia dannoso per la salute e comporti un incremento sostanziale di malattie a carico del sistema cardiocircolatorio, neurologico e oncologico. Il cibo è considerato non processato o minimamente processato quando si presenta integro, così come è presente in natura o con solo pochi cambiamenti rispetto al suo stato originario, con piccole modifiche magari effettuate per renderlo adatto al consumo umano.
I cibi ultraprocessati sono chiamati in questo modo perché contengono numerosi ingredienti aggiunti (per esempio sale, zucchero, coloranti, additivi) e inoltre perché spesso sono prodotti dall’elaborazione di sostanze (grassi, amidi eccetera) estratte da alimenti più semplici. Rientrano nella categoria dei cibi ultraprocessati molti piatti pronti e surgelati, le bevande zuccherate, i prodotti in vendita nei “fast-food” e molti snack confezionati (dolci o salati). Si tratta di cibi insalubri per l’organismo che aumentano il rischio di malattie tumorali e cardiovascolari, ma che hanno effetti negativi anche sulle funzioni cognitive contribuendo al loro declino.
I cibi ultraprocessati andrebbero drasticamente limitati, se non addirittura eliminati dalla dieta. Essi, infatti, contengono grandi quantitativi di zuccheri aggiunti e sono poveri di fibre. Un profilo nutrizionale che contribuisce all'aumento di peso e all'obesità, e che è anche un fattore di rischio per l'insorgenza di patologie tumorali correlate.
Alimenti ultra processati
Rientrano tra i prodotti alimentari iper processati quei prodotti industriali che prevedono l’aggiunta di cinque o più ingredienti tra cui additivi (lattosio, caseina, glutine, siero di latte), conservanti, grassi idrogenati, coloranti alimentari, stabilizzanti e imitatori o mascheratori di sapore. Per la produzione di questi cibi, inoltre, l’industria alimentare ricorre a processi che non trovano corrispondenza nella preparazione domestica degli alimenti, come l’estrusione o la pre-lavorazione per frittura, allo scopo di mettere sul mercato prodotti pronti per il consumo in sostituzione degli alimenti freschi e naturali.
I più diffusi cibi ultra processati sono:
bevande gassate e zuccherate;
caramelle;
snack e merendine confezionate;
creme spalmabili;
fette biscottate e cereali per colazione;
salse istantanee;
pizze confezionate;
bastoncini di pesce;
wurstel;
hamburger;
zuppe confezionate;
gelati confezionati;
veg-burger e hamburger vegani.
La classificazione NOVA
Secondo la classificazione NOVA, gli alimenti sono divisi in gruppi a secondo del loro grado di trasformazione; quelli ultra-processati appartengono al gruppo 4, contengono solitamente cinque o più ingredienti e non possono essere riprodotti a livello casalingo.
Questa classificazione tiene conto di due parametri, ovvero livello e motivo della lavorazione dei cibi, proponendoci così quattro differenti categorie:
il primo gruppo è composto dagli alimenti freschi, non trasformati o minimamente trasformati, come frutta, verdura, carne, pesce, uova, latte, farine, caffè;
seguono gli ingredienti culinari trasformati e quindi ottenuti a seguito di una lavorazione industriale, come zucchero, sale, oli vegetali;
nel terzo gruppo troviamo i cibi trasformati, realizzati solitamente con l’unione di due o tre ingredienti del primo gruppo, che hanno subìto una lavorazione, come cottura o conservazione;
ed infine ecco i cibi e le bevande ultra-lavorati o ultra-processati, detti anche “UPFD”. Parliamo, in questo caso, di cibi con 5 o più ingredienti a cui vengono solitamente aggiunti additivi chimici, o sostanze estratte da ingredienti, come grassi idrogenati, amidi, zuccheri e sale, tutti elementi in grado di rendere il prodotto in questione più desiderabile agli occhi del consumatore, mascherando di sovente anche le caratteristiche sensoriali sgradevoli dell’alimento stesso. Per fare qualche esempio concreto, possiamo citare: bibite gassate, merendine, snack, biscotti, zuppe istantanee, e via dicendo. L’attività di quest’ultimo gruppo di alimenti risulta elevata anche grazie al fatto che si riducono drasticamente tempo ed energia da impiegare in cucina.
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